Acquedotti e figure in rilievo: riaffiora l’antica Mesopotamia
Acqua, vino e divinità: sono queste le tre parole chiave che racchiudono le straordinarie scoperte sull’antica Mesopotamia, frutto di 10 anni di ricerche compiute nel Kurdistan Iracheno dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Udine, eccellenza nell’archeologia internazionale.
Irrigazione, produzione vinicola e religiosità riemergono dalla culla delle civiltà e aggiungono nuovi elementi alla conoscenza della Mezzaluna fertile, perché le sorprese più stupefacenti possono arrivare proprio dal passato.
Daniele Morandi Bonacossi, professore di Archeologia del Vicino Oriente presso l’Ateneo friulano, ha guidato il progetto multidisciplinare ottenendo il prestigioso Premio International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad.
È stato presentato ieri, a Palazzo Antonini a Udine, il traguardo culturale raggiunto dal progetto archeologico regionale “Terra di Ninive”, sostenuto da: Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Regione Fvg, Fondazione Friuli, Aliph Foundation, Gerda Henkel Stiftung, Ministero dell’Università e della Ricerca, Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, Lab GIS dell’Università di Roma Tre, ArcheoCrowd, 3DTarget.
Affascinante la presentazione del professor Bonacossi. Nella vasta terra di Ninive, pari a 2/3 della provincia di Udine, il team ha scoperto oltre 1140 siti e condotto 2 scavi archeologici. Si è soffermato in particolare sul canale e sui rilievi di Faida.
Ed eccola la scoperta eccezionale nello straordinario sistema di irrigazione: 12 imponenti rilievi rupestri dell’VIII sec. a.C. sulla sponda del muro di contenimento del canale, larghi quasi 5 metri e alti quasi 12. «A destra e sinistra la figura del sovrano in preghiera, di fronte alle divinità assire stanti sui loro animali simbolo.
La divinità suprema Ashur, sua moglie Mullissu sul trono, Sîn, dio della luna, Nabû dio della sapienza che ha donato all’uomo la scrittura, Shamash, dio del sole, Adad, dio della tempesta, Ishtar, dea dell’amore e della guerra».
Tra gli esiti stupefacenti del progetto l’esistenza degli acquedotti in pietra costruiti dagli Assiri quattro secoli prima dei Romani. Risultati degli scavi: l’acquedotto di Jerwan, quello di Shiv Asha e di Shivka Hadrah da cui sono emersi 4 blocchi con iscrizioni cuneiformi che testimoniano proprio l’eccezionalità del sistema di irrigazione e protezione dalle inondazioni nella Mesopotamia antica.
Non meno curiose le prove rinvenute nell’area di produzione vinicola a Khinis: 14 vasche rettangolari per la spremitura dell’uva, il cui succo finiva nei pozzi e poi nelle giare. Zona ancora oggi produttrice di vini pregiati, grazie alla presenza di comunità cristiane.
Il Rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, ha espresso l’orgoglio per il Dipartimento che si conferma un’eccellenza: «Si tratta di un progetto multi-interdisciplinare che abbraccia diverse scienze, condotto dall’Ateneo friulano, con l’obiettivo di scoprire e conoscere la trasformazione del paesaggio archeologico, ma anche di preservare il patrimonio in uno scenario post-bellico, di formare professionisti locali e di creare un parco archeologico».
Linda Borean, neodirettrice del Dipartimento che da 30 anni opera in Medio Oriente, ha sottolineato lo spessore umano del premio, intitolato a Khaled al-Asaad: «Archeologo decapitato in Siria nel 2015, che ha dato la propria vita per difendere il patrimonio culturale, l’eredità del passato».
L’assessore Fabrizio Cigolot ha annunciato: «Il prossimo anno porteremo una selezione di documenti, reperti e risultati del progetto dal Medio Oriente al castello di Udine per farlo conoscere alla città». Giuseppe Morandini, presidente di Fondazione Friuli ha parlato di una “medaglia” che dimostra la capacità di Udine di «fare la differenza» attraverso scelte coraggiose, capacità di attrazione e valore eccelso per la funzione di interscambio culturale.
Sono inoltre intervenuti: Guido Giordano, vulcanologo dell’Università di Roma Tre, Francesco Zorgno, presidente di ArcheoCrowd, Paolo Girardi, il Ceo di 3DTarget, Alessandro Cecili e Francesca Sini che hanno ha hanno presentato infine la visita virtuale e il documentario del progetto di salvaguardia e diffusione.