No alla Disneyland di Notre Dame: polemiche per il restauro all’insegna del politicamente corretto
Gli intellettuali parigini contro il restauro di Notre Dame. Ne scrive il quotidiano la Stampa, riportando i tweet indignati di un professore della Sorbonne: «Stanno facendo a Notre-Dame qualcosa che su Westminster Abbey o San Pietro sarebbe stato improponibile». Cui fa eco una storica dell’arte: «Vogliono trasformare l’abbazia in un gonfiabile attira-turisti ma sappiano che Parigi non lo permetterà».
La petizione degli intellettuali contro il restauro
Ora c’è anche una petizione firmata da un centinaio di personalità della cultura transalpina. Ma nonostante l’elenco di «resistenti per Notre-Dame» sia stato consegnato ieri a Le Figaro e a La Tribune de l’Art la commissione ha dato un primo via libera ai lavori di restauro.
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Il progetto della squadra di Gilles Drouin, direttore dell’Institut supérieur de liturgie de l’Institut catholique de Paris, prevede cambiamenti radicali: per esempio, l’installazione di un nuovo fonte battesimale al centro della navata e la presenza di opere d’arte contemporanea nelle navate laterali. E dunque molti hanno sollevato le sopracciglia ritenendolo un progetto irrispettoso della storia dell’edificio. E ancora l’illuminazione che cambia a seconda delle stagioni e le videoproiezioni alle pareti. I lavori sotto accusa interesseranno diverse parti della cattedrale: cappelle, vetrate, organo e naturalmente la guglia ottocentesca.
Un parco a tema per soddisfare i turisti
Un parco a tema sul modello di Disneyland, osservano i critici del restauro. Al quale proprio la Disney ha contribuito con 5 milioni di dollari, circa 4,5 milioni di euro. Poi ci sarebbero anche le cappelle a tema – secondo il Daily Telegraph – con l’angolo dedicato all’Asia e all’Africa e quello a tema ecologista. Insomma una cattedrale che si trasforma da simbolo della cristianità europea a edificio sacro politicamente corretto.
Gli intellettuali accusano: «Dicono di voler evangelizzare i turisti di fede non cattolica, ma il risultato è che il monumento viene privato della sua forza spirituale in favore di un turismo effimero e spettacolarizzato». E ancora: «Siamo alla follia del politicamente corretto. Vogliono fare di Notre-Dame una sala di esposizione liturgica sperimentale che non esiste da nessun altra parte, mentre dovrebbe essere un punto di riferimento, dove ogni modifica va trattata con la massima prudenza».
La cattedrale come “speculum mundi”
Non sarà facile tuttavia privare Notre Dame della sua forza simbolica. Quella cattedrale, come tutte le cattedrali, è uno speculum mundi. Orientata in modo che il suo ingresso si apra a ovest e l’altare troneggi ad est. Essa è figura della Gerusalemme terrena. Una volta entrato, il fedele vi percorre, come in pellegrinaggio, il cammino dall’Occidente del peccato che si lascia alle spalle fino all’Oriente dell’altare. Itinerario di salvezza, liturgia di raccoglimento.
La cattedrale esalta anche la centralità di Maria e l’iconologia mariana che proprio a partire dal XII secolo si diffonde nell’intera Europa. Maria signora e regina il cui culto si estende a tutto il popolo cristiano grazie agli Exempla di Cesario di Heisterbach e al poema Miracles de la Vierge di Gualtiero di Coincy. E lo storico Franco Cardini fa notare, non a caso, che la corona di stelle di Maria Vergine e l’azzurro del suo manto protettore si ritrovano anche nella bandiera dell’Europa.
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