La società che aveva partecipato al bando non ha versato la cauzione e l’affare salta
MONTECATINI. Manca l’assegno di cauzione di 100.000 euro e salta la trattativa fra le Terme di Montecatini spa e International Tax Advisors limited, unica partecipante al bando per diventare il nuovo socio di maggioranza. Dopo giorni di verifiche e attesa e il parere negativo dell’amministratore unico di Terme di Montecatini spa Alessandro Michelotti, i soci Comune e Regione non hanno avuto paura di dire di no. Non si è dunque perfezionato quanto era previsto nella proposta irrevocabile della International Tax Advisors limited con sede a Londra e guidata dal commercialista pistoiese Stefano Fabbri, che ricopre il ruolo di presidente e amministratore delegato. «È stata respinta l’offerta – conferma Michelotti–. Mancava la cauzione da 100.000 euro e non c’era un contesto finanziario adatto. Loro dicevano di aver adempiuto agli obblighi, dal momento che c’era una lettera della banca in cui si dichiarava che era stato spedito l’assegno. Ma non è mai arrivato». Il problema, in realtà, non è tanto la cauzione, ma l’impegno di un investimento da 60 milioni di euro. «Una società che dice di voler investire 60 milioni nella città e poi non presenta neppure la cauzione e fa fare alla sua banca una dichiarazione – aggiunge Michelotti – non ci rassicura. Abbiamo atteso alcuni giorni, proprio per capire se tutto quello che c’era nell’offerta corrispondeva alla realtà. Ci sono stati dei problemi. Così ho fermato tutto». Ma perché la trattativa è saltata? «All’offerta presentata dalla InTax – risponde Michelotti – non sono seguiti tutti i documenti che dovevano essere presentati e che erano previsti dal bando». C’erano dubbi sulla solidità finanziaria? «È una società inglese con un capitale da 500 milioni di sterline. Quindi sembrava solida. Però un conto sono i fogli di carta, un conto è il comportamento effettivo, che deve dimostrare serietà». Anche il sindaco di Montecatini Luca Baroncini è chiaro. «La prosecuzione delle verifiche è rimasta subordinata all’effettività del versamento. Non avendo ricevuto nulla, l’analisi complessiva dell’offerta non ha avuto esiti positivi e di conseguenza l’amministratore, d’intesa con i soci, l’ha dichiarata inaccettabile».
Anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore Stefano Ciuoffo, che ha il coordinamento delle partecipazioni regionali, parlano di condizioni minime ed essenziali per considerare valida l’offerta che ormai sono venute meno. «La Regione Toscana, tenuto conto della grave situazione economica finanziaria della società, chiede la convocazione dell’assemblea straordinaria per assumere gli atti necessari ad affrontare lo stato di crisi. Si apre una nuova fase che va affrontata con la massima concretezza e lucidità individuando priorità condivise nell’interesse di Montecatini». Ma, arrivati a questo punto, cosa potrebbe prevedere il famoso piano B? «L’intervento del ministero dell’Industria attraverso un finanziamento oppure tramite Cassa depositi e prestiti con la quale avevo già preso contatti – afferma Michelotti –. Con entrambi i rapporti non si sono mai interrotti. Cassa depositi potrebbe acquistare un bene come Le Lepoldine e affidarlo a un gestore, magari del settore». Come non pensare al modello Salsomaggiore con la Quadrio Curzio. Il futuro delle Terme di Montecatini, intanto, si deciderà nelle prossime settimane. Tutti con il fiato sospeso, mentre le Terme restano aperte. «In questo periodo, che di solito era di bassa stagione – conclude Michelotti – anche grazie ai quasi 5.000 bonus Terme erogati abbiamo alle Redi una grande affluenza. Tanto che stiamo assumendo delle estetiste a tempo determinato per soddisfare le migliaia di richieste di trattamenti di benessere termali».