Mantova, ancora tutti in coda per il vaccino. Azzi: arriverò a 12 ore di apertura
MANTOVA. Ancora gente in fila al Grana Padano Arena, in attesa di ricevere il vaccino anti-Covid. Fino a tre ore è stata l’attesa a metà giornata di venerdì 10 (che ha registrato altri 172 tamponi positivi); al pomeriggio le cose sono migliorate leggermente e chi aveva la prenotazione per le 17 era costretto ad appena (si fa per dire) un’ora di coda. «Siamo in ritardo ed è innegabile – dice il direttore generale dell’Asst Mara Azzi – Ma cerchiamo di fare del nostro meglio a fronte di una carenza di medici vaccinatori. Ne stiamo cercando altri e stiamo anche cercando di riorganizzare il servizio per evitare che la gente stia fuori in attesa al freddo. Ma è difficile. Vediamo quello che riusciremo a fare. Qualche idea ce l’ho, come quella di ampliare l’orario di apertura fino alle 20 in modo da poter vaccinare per dodici ore consecutive, e di trovare altri medici. Ne servirebbero 14 al mattino e altrettanti al pomeriggio».
All’hub di Mantova erano in servizio 16 infermieri al mattino e 16 al pomeriggio; quanto ai medici, nove erano quelli presenti al mattino, «mentre al pomeriggio è difficile quantificarli – afferma il direttore – in quanto cambiano sempre, visto che arrivano i volontari e i medici che hanno finito il turno in ospedale». Le linee vaccinali sono 16, ma non sempre funzionano contemporaneamente. «Sono molto preoccupata e mi fa star male vedere la gente in coda, anziani soprattutto, al freddo» confessa Azzi. Che spiega: «Stiamo reclutando il personale medico per fare le anamnesi. Se ne dovrebbero fare 14 all’ora, ma a volte si scende ad appena quattro perché c’è chi discute con il medico e chi non vuole il vaccino che gli viene proposto. Il problema delle code è anche la gente che ha appuntamento alle 11 e, per timore di lunghe attese, si presenta alle 8. Io, invece, suggerisco di mettersi in coda entro mezz’ora dall’appuntamento: se uno ce l’ha per le 9.30 bisogna che arrivi alle 9».
La ricerca di medici è sempre più problematica: «Il personale medico è poco e non possiamo toglierlo dai reparti – dice Azzi – Questa volta non abbiamo chiuso nemmeno un reparto. Ho chiesto ai direttori di dipartimento se riescono a trovare dei medici. L’anno scorso avevamo gli specializzandi, ma quest’anno non ce li abbiamo più perché è ripresa l’attività nelle università. Stiamo anche parlando con delle cooperative per avere medici. Va anche sottolineato che stiamo vaccinando solo noi visto che i privati, a cui abbiamo chiesto aiuto, non hanno personale. Vacciniamo anche le persone a domicilio su richiesta del medico di famiglia e i disabili nelle strutture».
Lunghe code di pazienti in attesa al freddo sono state segnalate, negli ultimi giorni, anche all’hub di Castel Goffredo. Giovedì scorso, per esempio, sono arrivate tante lamentele da parte di persone, tra cui molti anziani, rimaste in fila al freddo per quasi 4 ore. A gestire il polo vaccinale è una coop di medici di famiglia di Bergamo, la Iniziativa medica lombarda, che ha stretto l’accordo direttamente con Ats.