Vìola il lockdown “per comprare le sigarette” e viene fermato con un amico lontano da casa (e dal tabacchino): sanzione triplicata
PORDENONE. «Mi sono preso qualche minuto di svago per andare a comperare le sigarette». È costata cara ad un neo diciottenne di Pordenone la giustificazione data il 13 marzo 2020 agli agenti della Questura che lo avevano pizzicato fuori casa insieme ad un amico nel pieno della prima ondata di Covid.
Quel verbale, inizialmente di 200 euro, è stato prima raddoppiato dal prefetto e ora triplicato dal giudice di pace. In più il ragazzo dovrà pagare le spese processuali e di notifica, oltre ad essersi beccato pure una segnalazione alla procura del Tribunale dei minorenni di Trieste (le primissime disposizioni contro il coronavirus prevedevano infatti che le uscite di casa senza motivo facessero scattare anche una sanzione penale per omessa ottemperanza ad un ordine dell’autorità sanitaria).
La questione è approdata qualche settimana fa sulla scrivania del giudice Alessio D’Andrea a cui si è rivolto il giovane in persona, nel frattempo diventato maggiorenne. Dall’altra parte del banco il viceprefetto Carolina Costa che ha rimarcato la piena validità dell’operato della pattuglia di polizia.
Gli agenti hanno constatato come quella delle sigarette fosse una banale scusa: il ricorrente era stato identificato nel quartiere di Torre ma abita in una zona molto più distante e ben servita da numerosi tabacchini e rivendite automatiche. Di qui il verbale in misura ridotta se pagato entro alcuni giorni. I genitori del pordenonese hanno però tentato la via degli scritti difensivi al prefetto, che ha rigettato le tesi e, norma alla mano, ha raddoppiato la sanzione originaria. Ora il terzo passaggio, che ha comportato una sentenza da 600 euro più oneri.
Nel provvedimento il magistrato ha ricordato la legittimità delle disposizioni emergenziali approvate nella caotica primavera di un anno fa, come statuito anche dalla Corte Costituzionale. Si tratta della seconda sentenza emessa in provincia di Pordenone per violazioni del lockdown: la prima risale a poche settimane fa e porta sempre la firma del giudice D’Andrea ma riguarda un episodio avvenuto nello Spilimberghese e rilevato dalla polizia locale.