Gli uffici comunali di Treviso a Palazzo da Borso: c’è l’ok al progetto, lavori a settembre
TREVISO. Finalmente tutto ha trovato la quadra. La giunta ha infatti approvato il progetto esecutivo per il restauro di Palazzo da Borso chiudendo il cerchio aperto con la notizia del trasloco della scuola di musica del Manzato da pizza San Francesco in piazza Pola, all’ex Banca d’Italia.
Fino ad oggi si era certi solo del trasferimento dell’istituto ospitato nel palazzo storico proprietà del Comune e ormai da anni non più adeguato al ruolo. Notissimi i problemi dell’edificio che ormai da tempo è transennato in alcuni punti per il cedimento di pezzi di intonaco, e di cui è risaputa la vetustà degli impianti e l’azzerata tenuta energetica.
Il Comune aveva messo sul piatto il progetto già prima di individuare una sede alternativa per il Manzato (a cui era stata offerta Villa Letizia, ma incassando un rifiuto), e una volta ufficializzato il trasferimento di insegnanti e musicisti all’ex Banca d’Italia restava da definire il destino dell’immobile di San Francesco.
il progetto e i tempi
Ora il progetto più essere messo in gara. L’appalto dei lavori vale circa 2,5 milioni di euro (finanziati dalle casse comunali e da un cospicuo fondo europeo), ma l’amministrazione non intende bandire la gara fino a quando «non ci sarà l’assoluta sicurezza dei tempi del trasloco del Manzato» spiega l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese, «ad oggi il paletto è giugno, ma dobbiamo avere la certezza per poi sapere quando mettere a lavoro la ditta».
Possibile quindi che la gara venga avviata a inizio estate per avviare il cantiere a settembre. «Questo il nostro proposito» sottolinea l’assessore anticipando che per il restauro del palazzo servirà «almeno un anno». Vanno restaurate le facciate, rivoluzionato l’interno sia a livello di spazi che di impianti, verrà eliminata la scala sul lato est – realizzata nel 900 – e sostituita da un ascensore; nei tre piani verrà mantenuto il pavimento veneziano del primo, e rifatto completamente il calpestio degli altri.
la delocalizzazione dall’appiani
Confermata anche la futura destinazione dell’immobile: «Uffici comunali». Quali? «Verrà deciso in corso d’opera» chiosa Zampese. Tra i papabili potrebbero esserci proprio quelli del suo referato, oggi ospitati all’Appiani. E si era fatta menzione anche dell’ufficio scuola o ambiente. Di pari passo anche altri uffici pubblici dell’amministrazione verrebbero nuovamente centralizzati lasciando l’Appiani. Si tratta degli uffici tributi che Conte stesso ha ammesso di voler portare nel nuovo palazzo della Camera di Commercio per creare così un polo dedicato alle attività produttive nel cuore della città per privati e imprese.