Domenica 19 tutti a Villa Farsetti in sostegno della Speedline
SANTA MARIA DI SALA. Una grande manifestazione in Villa Farsetti a difesa e per la Speedline. La proposta è saltata fuori ieri, al termine dell’incontro (infruttuoso) in Regione, dove i vertici della casa-madre svizzera Ronal Group non si sono presentati e hanno mandato dei loro rappresentanti. E questo ha fatto storcere il naso al resto dei convocati, a cominciare dai sindacati e dall’assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan, che si aspettavano un esponente del vertice e non i delegati.
Intanto proseguono gli scioperi dentro alla fabbrica di cerchi in lega e si procederà ancora a “scacchiera”, ossia colpendo, a turno, un settore.
MANIFESTAZIONE
L’appuntamento sarà per la mattina – è ancora da definire l’orario – di domenica 19 dicembre. Sarà un grande momento di unione verso i 605 lavoratori di Speedline e saranno coinvolti tutti, dal mondo della politica a quello religioso. Come ha fatto sapere il sindaco Nicola Fragomeni, saranno mobilitati tutti i 44 colleghi della provincia ma anche quelli dei comuni confinanti, Massanzago, Borgoricco, Villanova di Camposampiero e, più in generale, quelli appartenenti alla Federazione dei Comuni del Camposampierese.
Si stanno coinvolgendo pure i vescovi delle diocesi di Venezia, Padova e Treviso: si cercherà di avere un loro contributo, affinché tra le voci per salvare i posti di lavori ci sia anche la loro.
I SINDACATI IN REGIONE
Ieri in Regione si è tenuto l’incontro alla presenza della Donazzan e, in collegamento da Roma, Stefano D’Addona, responsabile della segreteria tecnica del viceministro del Ministero dello Sviluppo economico Alessandra Todde.
E poi i rappresentanti della città metropolitana di Venezia, Fragomeni, Confindustria Venezia, Fim Cisl e Fiom Cgil. Ma la controparte più importante, Ronal Group, era assente: il faccia a faccia con i delegati è durato una manciata di minuti. La cosa non è piaciuta ai sindacati.
«Gli svizzeri di Ronal» si legge in una nota congiunta di Cisl e Cgil «ci devono ascoltare e devono assumersi le proprie responsabilità. Non siamo disponibili a un confronto con consulenti che hanno un mandato chiuso e limitato. L’incontro di oggi è servito a fare il punto con l’assessore al lavoro e con il ministero per lo Sviluppo economico, che ci convocherà a breve, e a immaginare un percorso comune per gestire questa difficile vertenza. Lavoreremo insieme per costruire una proposta da fare al gruppo Ronal, soprattutto cercheremo di costruire una proposta che possa dare un futuro alla Speedline».
Per Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisil, «il caso Speedline insegna che la transizione energetica, se non accompagnata da politiche serie di sostegno e da un fondo per la decarbonizzazione rischia di lasciare miglia di lavoratori in mezzo alla strada».
DONAZZAN
Se i sindacati non hanno gradito, l’assessora al Lavoro veneta fa altrettanto e si dice rammaricata per l’assenza dell’interlocutore principale. «Mi sarei aspettata la partecipazione dell’amministratore delegato» osserva «visto che l’ipotesi di chiusura coinvolge un migliaio di lavoratori tra assunti ed esterni».
«Scelte aziendali di questo impatto, vanno discusse e approfondite per individuare delle soluzioni industriali e di occupazione che permettano di preservare e valorizzare il patrimonio produttivo e di competenze di un intero territorio. Non devono venir meno la correttezza, l’onestà individuale e, soprattutto, la responsabilità sociale delle scelte fatte».
La stessa Donazzan invita il governo a fare qualcosa per difendere il settore delle automotive in fote difficoltà per l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. «Questo settore» prosegue Donazzan «conta su numerose imprese produttrici in una filiera lunga e articolata. Speedline è parte di questa filiera e non può essere una decisione unilaterale della proprietà ad accentuare la crisi di questo comparto nazionale».
SCIOPERI
Se da una parte ci sono gli incontri, dall’altra ci sono i dipendenti che continuano nella loro protesta fuori dai cancelli della fabbrica di via Salgari. Sempre con lo schema a “scacchiera”. Se ieri hanno incrociato le braccia i lavoratori del settore della verniciatura, lunedì toccherà a quelli della meccanica, mentre oggi si terrà un presidio. Dalla comunicazione della decisione di chiudere Santa Maria di Sala entro un anno, è scattata la mobilitazione generale che andrà avanti a oltranza.