Cda scaduto, ecco chi sono i candidati per la fondazione Musei civici di Venezia
Ridda di nomi per il nuovo consiglio, da Miani commissario liquidatore del Cvn a Giri, già nel Comitato gestione del Porto
VENEZIA. Fondazione Musei Civici, va in mostra la paralisi. Fioccano le candidature – sarebbero circa un centinaio – al Consiglio di amministrazione dell’istituzione museale teoricamente autonoma, ma in realtà da tempo “commissariata” dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, vicepresidente di diritto. Che decide a suo piacere aperture e chiusure dei musei e che attualmente ne blocca la programmazione del 2022, non decidendosi a rinnovare appunto il Cda.
Un blocco – ormai è chiaro a tutti – che non è frutto di dimenticanza o trascuratezza, ma di scelte, anche di vertice, che non sono evidentemente ancora mature per Brugnaro. Le candidature finora pervenute possono forse fornire qualche indicazione.
Non ci sarebbero tra i nomi inviati quelli di Roberto Zuccato, già presidente di Confindustria Veneto, e di Bruno Bernardi, presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa, consiglieri uscenti che evidentemente non intendono ricandidarsi.
Ci sarebbero invece quella della presidente uscente della Fondazione Musei Maria Cristina Gribaudi e di Lorenza Lain, albergatrice, consigliera dell’Ava – l’associazione di categoria – che contano, evidentemente, nella riconferma. Spiccherebbe anche tra le candidature al Cda dei Musei Civici anche il nome di Massimo Miani, commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova e già presidente del Casinò. Ma ci sarebbero anche nomi di consiglieri di altre istituzioni, vicini a Brugnaro, come Fabrizio Giri, già nel Comitato di gestione del Porto e ora al Casinò. E quello di Adriana Baso, già consigliera del Casinò e nella lista Brugnaro. Tra chi ha presentato la candidatura al Consiglio dei Civici ci sarebbe anche il presidente uscente di Insula Nicola Picco. E l’ex assessore comunale al Commercio – “silurata” a suo tempo dalla Lega – Francesca Da Villa. Sta di fatto che contrariamente con quanto avvenuto per altre società partecipate, i cui Consigli sono stati rinnovati da tempo, Brugnaro tiene congelata la situazione dei Musei Civici, impedendone anche la normale programmazione sul prossimo anno.
Spetterebbe alla direttrice della Fondazione Musei Civici Gabriella Belli, anch’essa scaduta con il Cda e in regime di proroga. Ma chi si prende la responsabilità di andare avanti in questa situazione di totale incertezza, voluta e non casuale?
Si sa che nell’anno della Biennale Arti Visive, Palazzo Ducale dovrebbe ospitare in primavera una grande mostra appositamente concepita per i suoi spazi, da uno dei più grandi pittori viventi, il tedesco Anselm Kiefer. Per la Galleria Internazionale d’Arte Moderna, una esposizione di alto profilo dedicata ad un artista italiano tra i massimi protagonisti dell’arte del secondo dopoguerra, Afro Basaldella.
Il prossimo dovrebbe essere anche l’anno della riapertura di Palazzo Fortuny – con i lavori in corso da tempo e di cui nulla si sa di preciso – con il riallestimento curato da Pier Luigi Pizzi. Una situazione unica tra le grandi istituzioni museali, che mette di fatto Venezia alla berlina.
Sulla vicenda interviene ora anche il Pd con un’interrogazione presentata dai consiglieri Giuseppe Saccà e Monica Sambo. «È da troppi mesi» dichiarano « che si aspetta il rinnovo degli Organi della Fondazione Musei Civici. Tutto ciò aggiunge incertezza in un futuro già di per sé nebuloso per le scelte dell’amministrazione. Musei aperti a orari ridotti così come i servizi ai visitatori e agli utenti, dipendenti in cassa integrazione, incertezza sulla programmazione culturale, cooperative che disdicono accordi integrativi facendo presagire gare d’appalto al ribasso.
Non dimentichiamoci che il bilancio della Fondazione Musei Civici è sano per gli aiuti ricevuti dallo Stato in forma di ristori e con il finanziamento della cig.
Le istituzioni private cittadine come altre istituzioni pubbliche veneziane si stanno impegnando alacremente, mancano all’appello solo i musei Civici a dimostrazione che non si può governare a Venezia per sei anni senza un assessore alla Cultura all’altezza di questo compito».