Nuovo allarme inquinamento, ancora schiuma nell’Elsa
Certaldo. La schiuma sul fiume Elsa torna a far capolino. Lo ha fatto nella giornata di ieri, presentandosi alla Steccaia, località fra Certaldo e Badia a Elmi, frazione di San Gimignano.
La presenza di queste concentrazioni di sostanze bianche è stata notata dagli automobilisti in transito a ridosso del ponte dell’Elsa, i quali hanno notato strani addensamenti ben visibili che galleggiavano sull’acqua. Un fenomeno che ormai si presenta da molti anni e che, al di là di proclami e controlli, non ha visto una chiara risoluzione del problema. Innanzitutto questa colorazione bianca si forma puntualmente a ridosso delle cascate, nel punto in cui l’acqua fa un salto e poi torna a scorrere regolarmente nel corso del fiume. Negli anni prima si è accumulata ai bordi, poi gradualmente ha cominciato a spostarsi. Una schiuma, quella che ha colpito il fiume Elsa, che porta anche un cattivo odore, sul quale appunto è nato più di un interrogativo.
La zona interessata dalla formazione e dalla presenza della schiuma vede una ampia zona industriale, dove si trovano settori di vari tipi, oltre che la zona residenziale di Badia a Elmi. A questo vanno ad aggiungersi alcuni investimenti che Acque aveva spiegato in passato essere necessari per migliorare la situazione. Interventi che riguardano anche la vicina frazione di Badia a Cerreto, nel comune di Gambassi Terme, dove servono innesti per agganciare alcune utenze al depuratore. Una situazione quindi già ingarbugliata che ha visto nel corso del tempo Arpat e Comuni, da Certaldo fino a San Gimignano, stringere una collaborazione per coinvolgere le associazioni del territorio e fare un prelievo dell’acqua, una volta notata la formazione di questa schiuma. Le associazioni chiamate a collaborare erano quelle del volontariato, dotate di tutti gli strumenti necessari per poter prelevare l’acqua e successivamente consegnarle ad Arpat. In merito alle recenti segnalazioni però non sono arrivate sul tavolo di Arpat richieste di intervento. Senza dimenticare infatti che tale accordo è stato stipulato ormai molti anni, cadendo più che nel dimenticatoio, in una bolla di sapone, in quanto, al di là della pericolosità o meno per il sistema eco fluviale del fiume Elsa, la presenza della schiuma continua a ripetersi.
Le ripetute analisi di Arpat del passato hanno sostanzialmente indicato il fatto che potrebbe trattarsi di qualche liquido utilizzato nei campi che va a riversarsi nel fiume e a dar vita a questo fenomeno. In passato sono stati svolti controlli anche nelle aziende, senza trovare però anomalie tali da far pensare a scarichi abusivi. Resta il fatto che, dopo anni di segnalazioni, controlli e rilievi, la schiuma torna a formarsi. Un po’ di pioggia e questo ritornello si presenta. Un biglietto da visita non edificante, per il territorio e lo stesso fiume.
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