Verso le Comunali a Gorizia, Demartin il nome del centrosinistra ma Fasiolo vuole le primarie
La scelta fra due donne del Pd per la corsa a sindaco. Il terzo candidato da spendere è Brandolin
GORIZIA. Lei si è scansata. Almeno apparentemente. «Non ci penso nemmeno a candidarmi a sindaco di Gorizia», ha dichiarato qualche tempo fa. Ma il nome di Roberta Demartin circola, eccome se circola in città. L’ex presidente della Fondazione Carigo, già vicepresidente della Provincia e già sindaco di Moraro, viene considerata da molti, nel pianeta di centrosinistra, la persona giusta per sbarrare la strada a Rodolfo Ziberna.
C’è anche un’altra corrente di pensiero (perché le correnti, nel bene e nel male, caratterizzano da sempre il Pd) secondo la quale il cavallo su cui puntare, invece, sarebbe Giorgio Brandolin che la Provincia, in quanto ente, l’ha guidata ed è il riferimento del Coni regionale: sarebbe facile per lui, è il ragionamento che viene fatto, portare a casa parecchi voti, molti dei quali dall’ambito sportivo. Ma avrà voglia di rimettersi in gioco?
Entrambi, sia Demartin, sia Brandolin, scontano un peccato originale. Non sono goriziani doc. E questo, secondo alcuni, li penalizzerebbe oltre ogni misura perché i cittadini vogliono essere governati da un concittadino, non da «quelli che vengono fuori». Dura fare sintesi. E dura mettere anche d’accordo le liste civiche che soffrono terribilmente la prospettiva che ad indicare il nome per la grande coalizione sia il Partito democratico. Figurarsi: qualcuno di loro non vorrebbe nemmeno che il simbolo del Pd comparisse.
Ma, nei giorni scorsi, Franco Perazza (segretario dem del circolo cittadino) è stato chiarissimo: «In una coalizione, è importante sia la componente partitica sia quella civica. E ricordo a tutti che solamente un partito politico ha una dimensione che travalica la città e può dialogare con istituzioni regionali, nazionali, europee», furono le sue parole tranchant.
Si dice, invece, che chi «se sburta» (per dirla alla goriziana) è Laura Fasiolo, già parlamentare. Che spiega la sua posizione, portando in campo l’ipotesi delle primarie. «Si è scritto - dice - che la mia è un’autocandidatura, ma così non è stato: avevo dato la disponibilità alla candidatura a sindaco già nel direttivo Pd del 13 luglio scorso, a seguito delle richieste pressanti di tanti cittadini: richieste a cui non mi sono sottratta. Nella recente assemblea del Pd, il segretario informava di tale disponibilità che confermavo, auspicando l’apertura alle primarie per la scelta del candidato/ta».
«Intervengo ora, mio malgrado, dopo le parole usate dal sindaco Ziberna per apostrofare anche la sottoscritta («Fasiolo è una brava ragazza»). La sottoscritta, ragazza si sente davvero, soprattutto nello spirito e nella voglia di fare. Tuttavia, credo anche che l’uso che Ziberna fa delle parole sia la fotografia di quanto lontano sia il modo di porsi del primo cittadino dall’approccio necessario ad una Capitale europea della cultura. Le questioni cruciali sul futuro di Gorizia vanno affrontate nel merito, sdoganando la città e il suo territorio da un provincialismo culturale che dovrebbe essere del tutto abbandonato.
Il riconoscimento che hanno ottenuto Gorizia e Nova Gorica attesta che un processo culturale é già in atto e, se si discute, lo si dovrebbe fare su contenuti e progetti realistici e fattibili. Sciorinare investimenti sulla città che sono rimasti, finora, solo sulla carta è espressione di una insicurezza malcelata dietro ad una ostentazione di solidità di una maggioranza scricchiolante».
Tornando alla sua disponibilità, Fasiolo spiega che era ed è «fortemente legata alla volontà di dare continuità agli obiettivi già raggiunti nel mandato in Senato e a quelli da raggiungere, che andavano declinati in funzione della candidatura di Nova Gorica-Gorizia per il 2025 e alle risorse del Pnrr, che dobbiamo saper richiedere per tempo e con una chiara visione di sviluppo». —
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