L’addio a Giancarlo Martina, Don Alan: «Grazie, hai raccontato le nostre vite»
L’ultimo saluto del parroco e dei tarvisiani al giornalista
TARVISIO. Un grande grazie, pronunciato tre volte, a rimarcare la gratitudine e il ricordo che il giornalista Giancarlo Martina lascia nella “sua” Tarvisio, quella che ha raccontato per mezzo secolo sulle pagine del Messaggero Veneto.
A scandire il «grazie» dal pulpito è il parroco, don Alan Iacoponi, che celebra il funerale di Martina, morto lunedì a 78 anni.
Amici, colleghi, politici, sportivi si stringono attorno alla famiglia, alla moglie Mirella, ai figli Michele e Barbara, ai fratelli, ai nipoti. Il legame che Martina aveva con la famiglia e con Tarvisio è la testimonianza di don Alan che parte dal numero sette – il numero della perfezione nella cabala ebraica – per ricordare la vita piena del giornalista.
«Domenica Giancarlo aveva potuto festeggiare, per modo di dire, il suo 78esimo compleanno, aveva appena concluso 77 anni di vita, due volte sette, una vita portata avanti nella pienezza e nella grandezza dei sogni e dei valori che lui aveva.
Ha condiviso 52 anni con la sua sposa Mirella – dice don Alan –, di cui ammiro la forza e la grinta con cui sta affrontando questo momento, una vita portata alla sua pienezza con i figli e i nipoti, anelli verso il futuro».
Il parroco tratteggia l’impegno di Martina come giornalista, sottolinea che per cinquant’anni è stato davvero la voce del Tarvisiano e lo ringrazia «per il bel compito portato avanti di raccontare il Tarvisiano al mondo.
Per questo gli dobbiamo un grande grazie, per aver rivelato le nostre storie con il suo modo signorile e delicato, senza mai ferire nessuno».
Sono rimaste poche le foto che ritraggono Martina, perché – prosegue don Alan – lui le faceva agli altri e non gliene sfuggiva una, lui stava dietro le quinte.
Martina è stato caporeparto alle Acciaierie Weissenfels e ha servito gli alpini che con la loro preghiera lo salutano in chiesa. Il prete ha ancora un gesto da compiere, un omaggio, scende dal pulpito e regala a Mirella un pacchetto di semi di elicrisio, il fiore semprevivo.
Ricorda don Alan che per due anni lei e il marito hanno vinto il concorso del balcone fiorito più bello, esprimendo così il loro attaccamento alla comunità.
«Questi semi sono di un fiore bellissimo, simile alla carta, che dura molto nel tempo, che richiama i monti del Tarvisiano e l’immortalità dell’anima. Questo fiore – conclude il parroco – potrà ulteriormente colorare e abbellire il vostro balcone in segno di speranza e amore».
Mirella e i suoi figli ringraziano, quel fiore sboccerà e resterà il segno di uno storico legame.
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