Rubano dati personali dagli abbonati della Treccani e li bombardano di chiamate per nuovi acquisti: centinaia di clienti friulani ingannati
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Un centinaio in Friuli, 250 in Regione. Quando chiamavano i vari clienti, si spacciavano per agenti del commerciale della Treccani, bombardandoli di telefonate per organizzare un incontro.
Dati personali, completi di nominativo, residenza e numero di telefono e precedenti acquisti, sono stati illecitamente sottratti alla Treccani che compila, aggiorna e pubblica l’Enciclopedia italiana di Scienze, lettere e arti. E sono poi stati utilizzati, in violazione del Codice della privacy, per ottenere da queste persone – generalmente facoltose o comunque disposte a spendere in libri, numismatica e opere d’arte – un appuntamento durante il quale proporre altri prodotti. Oltre diecimila (10.244) i nominativi rubati e suddivisi poi per regione. In Friuli Venezia Giulia sono 250 (e oltre cento nella sola provincia di Udine) questi clienti di alto livello particolarmente ambiti per tentare di vendere altre merci o, nella peggiore delle ipotesi, per organizzare dei raggiri.
A fare luce su questo meccanismo è stato il Gruppo investigativo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza che, nell’ambito di un’innovativa indagine, ha indagato quattro persone per trattamento illecito dei dati. Ed è la prima volta che in Italia viene contestato l’articolo 167 del Codice della privacy. I coinvolti sono un romeno e tre italiani, titolari di due società con sede legale a Milano.
Per evitare di sottostare al regolamento sulla privacy, gli italiani acquisivano liste di clienti, tra cui quelli dell’enciclopedia Treccani, da una società che gli faceva da call center, poi risultata intestata a prestanome. Poi proponevano i propri prodotti, spacciandosi telefonicamente per agenti Treccani. «I dati personali sono l’oro del nostro tempo. La loro protezione è un primario diritto civile da preservare adottando gli strumenti necessari a mantenere la loro integrità e riservatezza» ha dichiarato Gian Luca Berruti, comandante del gruppo investigativo del nucleo speciale tutela privacy. «L’indubbio valore economico dei dati profilati – ha spiegato ancora Berruti –, impegna il Corpo a prevenire e a contrastare le attività illecite estremamente lucrative che minano le garanzie dei cittadini e di tutti i consumatori». Contestare ai quattro indagati l’articolo 167 del Codice della privacy consente anche di aprire l’istruttoria con il garante della privacy».
In sostanza, i tre italiani saltavano il problema del consenso dicendo di aver comprato le liste di nomi da società all’estero: un’operazione comunque non lecita perché – come sottolineano le Fiamme gialle – bisogna comunque verificare che ci sia stato il consenso e chiederlo anche una seconda volta. Era tutta una costruzione di castelli di carta per avere un database di clienti profilati, sottratti alla Treccani e alla casa editrice Editalia. Quando poi chiamavano i vari clienti, si spacciavano per agenti del commerciale della Treccanti, bombardandoli di telefonate per organizzare un incontro. In poche parole, facevano marketing selvaggio per avere un appuntamento con una clientela profilata di persone facoltose. E spesso alla fine riuscivano a piazzare diversi prodotti, come confermato da alcuni clienti sentiti dalla Finanza. Se le liste di migliaia di generalità comprensive del numero di telefono e dell’indirizzo di residenza degli acquirenti di libri e opere d’arte, risultano pagate poche migliaia di euro, sui conti delle società «schermo» costituite all’estero e intestate a prestanome c’erano bonifici in entrata per oltre 2 milioni di euro solo nel 2020-2021.
«L’operazione è nata da una segnalazione di Treccani Reti che ha prontamente informato le autorità riguardo ad alcuni episodi. Lo si legge in una nota di Treccani Reti, la rete di vendita dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, che «ringrazia il nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche del generale Flavio Urbani per aver portato a termine un’importante operazione che ha permesso di individuare attività illegali promosse in maniera subdola anche nei confronti di propri clienti, contattati da società terze a nome di Treccani». «Treccani – prosegue la nota – è sempre stata in prima linea e disponibile a collaborare con le autorità, fornendo tutte le informazioni necessarie allo svolgimento dell’inchiesta. Il rapporto di Treccani con la propria clientela si basa da sempre sulla fiducia, la serietà e la sicurezza. Per questo, la salvaguardia della privacy di ognuno dei propri clienti è un valore fondamentale, oltre che una vera e propria responsabilità». Treccani Reti, infine, «precisa che i dati sottratti illecitamente riguardano database con informazioni raccolte nel passato; gli attuali sistemi informatici non permetterebbero, infatti, la sottrazione di dati»