Padova verso le elezioni, il diktat di Salvini per blindare Peghin: «Basta litigare, prendiamo la città»
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Il leader del Carroccio chiama i suoi in videoconferenza. Stefani, Marcato, Polato e Bitonci tutti in riunione
PADOVA. Matteo Salvini prova a serrare le fila dentro la Lega (spaccata) padovana. Ieri il leader del Carroccio ha chiamato a rapporto in videoconferenza tutti i principali esponenti del partito in città per tirare loro le orecchie e pretendere la pace. Dieci minuti di collegamento gli sono bastati per “ordinare” di non litigare sui giornali e di ricominciare a lavare eventuali panni sporchi in casa.
Malumori pubblici
Panni sporchi che in questi ultimi giorni sono volati invece fuori da porte e finestre a suon di dichiarazioni e interviste. Al centro della discussione, che è diventata pubblica dopo le prime esternazioni di Marcello Bano, la scelta del candidato sindaco per Padova da opporre a Sergio Giordani.
Il nome dell’imprenditore Francesco Peghin è stato fatto dal segretario cittadino Massimo Bitonci e dal coordinatore regionale Alberto Stefani, che hanno poi avuto l’ok direttamente da Salvini ormai diversi mesi fa.
Una decisione che però non è piaciuta solo a Bano (che ha acceso la miccia), ma a tutta quella fetta di partito padovano legato a Roberto Marcato, Fabrizio Boron e a diversi amministratori della provincia. Tutti hanno poi iniziato il botta e risposta sui media.
Le critiche
«Non serve la brutta copia di Giordani e candidati calati dall’alto» le parole di Bano, (ex vice presidente della Provincia e oggi sindaco di Noventa Padovana), che hanno scatenato l’effetto a cascata di dichiarazioni e il rischio espulsione per il leghista.
A lui poi si era accodato il consigliere regionale Fabrizio Boron e diversi sindaci dei comuni padovani. A queste parole aveva reagito il coordinatore regionale leghista Alberto Stefani, il primo a parlare di pesanti sanzioni nei suoi confronti, a cui poi si era aggiunto anche Massimo Bitonci.
Proprio l’ex sindaco di Padova aveva sottolineato come la decisione su Peghin non fosse assolutamente in discussione, anche perché avvallata direttamente da tutti i leader nazionali del centrodestra. A questo punto è entrato in campo Roberto Marcato, che già in qualche modo aveva “armato” Bano. L’assessore della giunta regionale di Zaia ha dichiarato di «aver avuto i brividi leggendo che le decisioni su Padova sono state prese a Roma» riferendosi alle parole di Bitonci.
L’intervento di Salvini
Una telenovela che Salvini ha voluto chiudere ieri, convocando tutti in videoconferenza, da Bitonci a Marcato, fino a Stefani e al segretario provinciale, Marco Polato.
Pochi minuti ma intensi, in cui ha parlato soprattutto Salvini chiedendo di ricompattarsi e impegnarsi per riconquistare Padova. «Un’occasione per fare il punto sulle prossime elezioni comunali. Toni sereni e pacati che sopiscono le voci sui presunti malumori all’interno della Lega padovana» si legge nella nota diramata dal partito. «C’è stata piena convergenza sulle scelte politiche intraprese da Stefani. Sia Marcato che Bitonci si sono detti dispiaciuti delle ricostruzioni apparse sulla stampa e di alcune interpretazioni fatte alle loro dichiarazioni. L’impegno comune è univoco: lavorare pancia a terra per vincere a Padova e far crescere ulteriormente il partito sul territorio». Da non crederci.