Treviso, multa di mille euro a chi cambia lavoro:precari assunti con contratti capestro
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La denuncia della Cgil: decine di casi nei locali della Marca. Irone: «Per non perdere il dipendente i datori impongono penali pesantissime»
TREVISO. Ti assumo, ma se cambi lavoro devi pagare una penale. Mille, duemila euro. Funziona così in molti bar e locali trevigiani, preoccupati per la carenza di manodopera e quindi pronti a tutto pur di trattenere i loro addetti. Pronti anche a stipulare contratti “capestro”, secondo la definizione di Cgil, in cui camerieri e baristi vengono assunti a tempo determinato e costretti a pagare una penale (dai mille ai duemila euro) nel caso trovino un altro lavoro prima del termine del contratto.
Un modo per ostacolare la libera circolazione dei lavoratori in tempi di penuria di addetti, secondo Cgil, ma anche un’intollerabile penalizzazione del lavoratore, visto che le cifre richieste come “penale” superano quanto guadagnato in pochi mesi di lavoro precario.
LA SCOPERTA
In sintesi, è come se chi cambia lavoro venisse “multato” per non aver rispettato il contratto. Il fenomeno è esploso in epoca Covid, complice la difficoltà a trovare addetti e la forte precarizzazione del lavoro.
«Tra fine 2021 e inizio 2022 sono venuti in sede decine di lavoratori - di aziende diverse - perché i loro datori stanno allegando ai contratti individuali alcune clausole capestro per scoraggiarli a cambiare posto di lavoro» spiega Alberto Irone, segretario Filcams-Cgil Treviso.
«Un cameriere assunto per due mesi a tempo determinato, quindi, nel caso si dimettesse o lasciasse il posto di lavoro prima del termine del contratto dovrebbe pagare una penale di 1.000-2.000 euro, anche superiore alla paga base. Non essendoci personale, vengono inserite queste clausole vessatorie per cui se te ne vai prima mi trattengo quasi tutto lo stipendio. Così i vari datori si litigano i professionisti».
LE CONSEGUENZE
Il sindacato ha margini di manovra ridotti. Se il lavoratore firma, consapevolmente, un contratto che implica una penale di questo tipo, diventa difficile impugnare il documento.
«C’è una disciplina giuridica che dice che se sono assunto a tempo determinato e mi allontano prima del termine, in linea teorica il datore può rivalersi per il periodo che lascio scoperto» spiega Irone, «qui però sta accadendo una cosa diversa, le chiamano “penali consensuali”, e impongono molte volte pure una “richiesta di risarcimento del danno” ulteriore. Insomma, è un contratto fortemente penalizzante nei confronti del lavoratore. Consigliamo di essere molto attenti e magari di farsi assistere al momento della stipula del contratto. Una volta firmata, diventa difficile annullarla».
Una clausola del genere, in ogni caso, non si può imporre (dicendo per esempio al candidato che non sarà assunto nel caso rifiutasse). In alcuni casi, il sindacato è riuscito a ottenere un accordo con l’azienda per stralciare la penale. Ma decine di altri lavoratori hanno firmato, perdendo la possibilità di trovare un impiego migliore, più dignitoso o meglio remunerato.