Casse d’espansione sul Tagliamento, il progetto nel Piano anti-alluvioni
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Amministratori e ambientalisti si mobilitano per fermare le opere previste dall’Autorità di bacino
UDINE. A nove anni dalla sentenza con la quale il Tribunale superiore delle acque accolse i ricorsi contro le opere per la laminazione delle piene nel medio corso del fiume Tagliamento, il progetto per le casse di espansione e quello della traversa di Pinzano, figurano nel rinnovato Piano di gestione del rischio alluvioni. Progetti di cui la popolazione e le stesse amministrazioni comunali poco o nulla sanno.
A lanciare l’allarme sono l’assessore del Comune di Forgaria Pierluigi Molinaro e i consiglieri comunali di San Daniele Paolo Menis, Romano Ovan, Fabio Spitaleri, Leonardo della Rosa, Consuelo Zanini e Carlo Toppazzini. «Siamo esterrefatti e pronti alla mobilitazione – commentano a una sola voce –. Chiediamo ai Comuni rivieraschi, alla Comunità collinare e a tutti i cittadini friulani di unirsi in questa battaglia a difesa del nostro fiume, che è simbolo dell’identità di un’intera Regione».
Le opere figurano nell’aggiornamento del Piano di gestione del rischio di alluvioni, approvato il 21 dicembre dall’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali che prevede due misure sul Tagliamento: la prima, da completare entro il 31 dicembre 2027, prevede la realizzazione di un’opera per la laminazione delle piene attraverso la «costruzione di un complesso di casse di espansione situato subito a valle della stretta di Pinzano nell’alveo del Tagliamento che attui una laminazione della piena a 4000 mc/s».
La seconda prevede «un ponte-traversa a Pinzano per la creazione di un bacino di espansione in linea con capacità di invaso pari a 18 Mm³».
A respingere i contenuti del piano è Molinaro, già componente del Laboratorio Tagliamento: «Le casse di espansione e la traversa di Pinzano sono opere inutili, inidonee a tutelare l’abitato di Latisana da eventuali esondazioni. Inoltre, si tratta di interventi che devasterebbero un ambiente delicatissimo – esordisce –. Il Tagliamento è un fiume unico in Europa, non a caso candidato a diventare patrimonio Unesco. Voler creare casse di espansione o sbarramenti in questo contesto, versando tonnellate di cemento, senza dimostrane l’utilità e senza un’ampia condivisione, è un atto molto grave».
Spitaleri, dal canto suo, ricorda che «il progetto delle casse era già stato bocciato a seguito di un ricorso al Tar, proposto dalle aziende agricole che operano nelle aree interessate dall’intervento. La discutibile e mai confermata efficienza idraulica delle casse – aggiunge – è stata messa in discussione da un apposito studio effettuato da una ditta olandese. Non si capisce, allora, perché questo progetto venga riproposto. È inconcepibile – incalza Spitaleri – che opere così invasive vengano decise senza consultare le amministrazioni comunali coinvolte e lasciando la popolazione all’oscuro. Chiediamo ai concittadini, alle associazioni e alle categorie economiche di unirsi nella manifestazione del dissenso del territorio contro queste opere e contro il metodo con il quale le si vorrebbe imporre».
Il gruppo di amministratori che si oppone al progetto intende chiedere «la convocazione urgente dei consigli comunali, affinché venga approvata una mozione che ribadisca la contrarietà alla traversa e alle opere di laminazione nel medio corso. Coinvolgeremo i Comuni rivieraschi e la Comunità collinare» promettono, attivando le iniziative legali necessarie per la contestazione».
Per l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro «il nuovo piano ha chiarito quali sono gli interventi, strutturali e non, superando la sovrapposizione con quanto previsto dai piani stralcio di sicurezza idraulici e il pesante impatto ambientale delle casse di espansione sul medio corso. Ha recepito quanto elaborato dal laboratorio Tagliamento (composto dai Comuni e dai tecnici individuati dalle istituzioni e dalle associazioni ambientaliste) il quale ha individuato le misure che si realizzeranno nei prossimi due trienni per garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio, nell’eventualità di una piena cosiddetta “centenaria”. È un primo passo concettuale, gli aspetti progettuali verranno affrontati, confrontandoci con il territorio: per questo ho avviato il percorso Mab Unesco, per far sedere a uno stesso tavolo tutti gli attori e affrontare ogni aspetto, comprese le compensazioni economiche».