Chiusi l’unico bar e la scuola materna: la comunità di Camolli-Casut isolata dal Covid
SACILE. Camolli-Casut nella morsa del Covid: è chiuso l’unico bar, il “Mexico”, e nella scuola materna parrocchiale “Santa Teresina del Bambin Gesù” sono rimasti tre bimbi.
«Il Covid ci ha tolto anche il bar». I residenti a Camolli-Casut si sfogano e allargano le braccia di fronte al cartello incollato sulla saracinesca abbassata dell’unico bar della zona: «Il Mexico rimane chiuso per quarantena». I baristi sono in isolamento e dall’altra parte della strada – che divide i comuni di Sacile e di Fontanafredda – nelle aule della scuola parrocchiale “Santa Teresina del Bambin Gesù” ci sono tre bimbi.
«È assicurato il servizio alle famiglie che non sono in quarantena con i loro bambini – racconta una maestra –. Aspettiamo tutti gli altri per ricomporre le due sezioni della nostra scuola bilingue: con inglese e italiano».
La comunità è legata al territorio: tanti anni fa Luigi Favret ha aperto il bar “Mexico” a tre passi dalla canonica e dalla chiesa di “Santa Teresina del Bambino Gesù”, quando ancora non c’era la scuola. «Siamo 1.600 anime a Camolli – dicono i titolari del bar – e dai tempi di don Giuseppe Costalonga facciamo tutti squadra nel nostro territorio».
I residenti invocano la benedizione dall’alto contro il Covid: don Giuseppe ha “creato” il microcosmo di Camolli-Casut e la comunità lo ricorda sempre. «Gli voleva bene anche la gente di Fontanafredda e di Brugnera. Ha fondato la chiesa e la scuola materna sui suoi terreni – dice un residente in quarantena –. Don Giuseppe ci proteggerà anche dal Covid».
Bar chiuso e materna decimata: il cortile e le aule della scuola “Santa Teresina del Bambin Gesù” sono silenziosi. Le insegnanti contano i giorni per rivedere i bambini ancora in isolamento. «Siamo sempre disponibili a dare tutte le informazioni sull’ambiente scolastico e sulle attività didattico-laboratoriali per le iscrizioni 2022-2023 – hanno assicurato le docenti –. La nostra paritaria d’infanzia bilingue è una risorsa allargata al raggio dei comuni di Sacile e Fontanafredda».
La scuola fondata da don Giuseppe è un altro polo di aggregazione e crescita della comunità: negli anni della ricostruzione, dopo il secondo conflitto mondiale, il prete di Camolli era titolare della parrocchia e apripista di un cammino di fede che ha potenziato le strutture e la vocazione alla solidarietà cristiana. In chiesa ieri mattina alcune anziane hanno acceso i ceri. «Don Giuseppe ha costruito la chiesa, l’asilo, il cinema – ricordano alcune nonne –. Ha donato i terreni di famiglia alla Diocesi per innalzare il nuovo tempio cristiano e la sagrestia: ci darà una mano in questi giorni di pandemia».
Negli anni del boom economico è nata la comunità di Camolli-Casut, che resiste alla crisi demografica e sfida il Covid. «La nostra gente – dice Claudio Salvador, ex vicesindaco – non si ferma mai»