Morto in azienda a 18 anni, i genitori: «Era buono, generoso senza misura»
CASTIONS DI STRADA. Le lacrime trattenute a stento e un dolore immenso e insopportabile impediscono ai genitori di Lorenzo Parelli di parlare. Non ce la fanno e la mamma, Maria Elena Dentesano, scrive poche ma toccanti parole in un messaggio. «Lorenzo era un ragazzo dal carattere buono con la b maiuscola, si adoperava in famiglia e con gli amici con disponibilità e generosità senza misura, sempre pronto a organizzare ritrovi ed eventi con l’unico scopo di stare in compagnia e in allegria».
Lorenzo era uno studente del quarto anno del percorso di formazione professionale, all’istituto Bearzi di Udine. Nel suo ultimo giorno di stage alla Burimec, l’azienda metalmeccanica a Lauzacco (Pavia di Udine), una barra metallica ha interrotto tutta la vita che aveva davanti. Lorenzo aveva appena 18 anni.
Il dolore è immenso, lo si capisce appena la mamma prova a rispondere al telefono e la sua voce si fa fievole e resta imbrigliata nella commozione. «Lorenzo amava ridere e scherzare raccontando aneddoti familiari e amicali. Un anno fa aveva acquistato la sua prima moto, con la quale – scrive – si spingeva in escursioni solitarie o in compagnia del padre e dello zio, o più spesso con gli amici». La mamma ricorda l’allegria negli occhi del figlio e le fa ancora più male pensare che quella stessa allegria è svanita per sempre. «Lorenzo – aggiunge – amava particolarmente la montagna, in tutte le sue forme e stagioni».
Il giorno dopo la disgrazia, Castions di Strada e Morsano, la sua unica frazione, sono ammutoliti. «Siamo senza parole, qui sono rimaste solo le lacrime» afferma il sindaco, Ivan Petrucco, visibilmente commosso. In municipio, con il sindaco c’è anche il vice Ivan Valvason, assieme cercano il coraggio per andare a portare il cordoglio della comunità ai genitori e a Valentina, la sorella di Lorenzo. «Non ho ancora trovato il coraggio per farlo» ripete il sindaco e ricorda che solo pochi giorni prima Castions di Strada ha perso anche Federico Codarini, il sedicenne morto in un incidente tra moto. «Abbiamo perso due figli» sottolinea Petrucco quasi a rimarcare che un destino crudele si è accanito contro la comunità. Una comunità attonita che riesce solo a guardare gli altri con gli occhi pieni di lacrime. Nessuno, neppure nei locali pubblici, riesce a commentare tanto dolore.
Nella canonica accanto alla chiesa pure don Adolphus Egwim cerca i termini migliori per l’omelia che dovrà pronunciare, tra qualche ora, per salutare per l’ultima volta Federico. Pensa alle due famiglie segnate dal lutto, il suo sguardo traballa per un attimo, il tempo di sciogliere la tristezza che prova mentre ricorda i due ragazzi. Il sacerdote nigeriano ha appena ricevuto la telefonata dell’arcivescovo, Andrea Bruno Mazzocato, che lo prega di portare le sue condoglianze alla famiglia di Lorenzo. Lo farà. «È un momento difficile per la comunità» afferma don Adolphus, lo è anche per i ragazzi ai quali il sacerdote dovrà spiegare perché bisogna accettare la morte anche a 18 anni. Ai ragazzi, e non solo a loro, il sacerdote dirà che «il Signore sa perché ci ha tolto Lorenzo» anche se la morte dei giovani arriva sempre inaspettata.