L’Udinese fa un punto da record: zero tiri verso la porta del Genoa
![L’Udinese fa un punto da record: zero tiri verso la porta del Genoa](https://messaggeroveneto.gelocal.it/image/contentid/policy:1.41156821:1642871762/gu.jpg)
foto da Quotidiani locali
GENOVA. Zero a zero. Turatevi il naso: il pareggio è l’unica cosa da salvare di un’Udinese rinunciataria, arroccata in difesa per non dare retta al tormentone del momento su TikToc: «Statt alla casa».
Il rischio di restare impantanati da quella surreale recita autorizzata dal Tar contro l’Atalanta (e sulla quale pende ancora un ricorso al Giudice sportivo per rigiocarla) era tangibile, visto che da allora la squadra di Cioffi ha avuto la possibilità di giocare solo in trasferta, prima a Torino con la Juventus, poi all’Olimpico con la Lazio in Coppa Italia, dove erano arrivate due sconfitte, seppur dignitose.
Ma la partita da non perdere era quella di sabato 22 a Marassi per non complicarsi la vita in termini di classifica e qui l’Udinese – che avrebbe voluto «fare la baldoria», tanto per continuare a citare lo stesso tormentone social – ha rimediato almeno un punticino, evitando il flop contro una squadra che 72 ore prima del fischio d’inizio non sapeva neppure dove abitasse il suo nuovo allenatore, il tedesco Alexander Blessin.
La qualità del gioco espresso è stata davvero scadente come testimonia su tutti un dato, quello dei tiri nello specchio della porta, ma si potrebbe allargare l’orizzonte anche a quelli finiti fuori, tanto non si sbaglia: zero, in 46 minuti del primo tempo e in 49 minuti della ripresa (compreso il recupero quindi), l’Udinese non ha mai calciato verso la porta di Sirigu che ringrazia il clima di Genova – ieri una decina di gradi e un sole tutt’altro che invernale – per non essere rimasto in stato catatonico.
Se volete scegliere una statua di sale, così, passate sull’altro fronte. Qualche idea? Se Deulofeu è quello di Genova è meglio lasciarlo fuori, ma sullo stato di forma del catalano, dopo una settimana protetto dai servizi segreti dell’Udinese – la Stasi della spietata Ddr o la Securitate di Ceausescu hanno lasciato degli eredi –, poco si sa, considerando che a Roma in Coppa Italia non c’era, che ha partecipato a pochi veri allenamenti in settimana.
Evidentemente Cioffi ha valutato che a uno con il suo carisma non si può rinunciare, visto che quello che ha fatto vedere in campo è stato soltanto questo.
Occasioni? Sì, d’accordo, l’Udinese ha creato praticamente nulla, ma se sull’unica vera occasione palla al piede non riesci a dribblare neppure i fili d’erba dello stadio Luigi Ferraris allora si può dire che Deulofeu non era proprio al top.
A livello di scelte tattiche, i bianconeri hanno deciso di saltare a piedi pari il centrocampo ricorrendo al lancio lungo vecchio stampo. Bordata di Nuytinck nella tonnara con al centro Beto, là davanti, e poco altro: questo lo “schema” proposto da Cioffi che ha voluto evitare così l’estrema – a volte esagerata – aggressività del Genoa che ha cercato a tutti i costi la vittoria, scontrandosi però contro il muro difensivo dell’Udinese e l’incapacità dei propri attaccanti, smontati nei primi minuti da quella che, a posteriori, può essere considerata la giocata della partita, la parata di Silvestri sulla botta ravvicinata di Ekuban dopo un calcio d’angolo.
Poi pochissime altre giocate genoane (tra cui due autentiche “ciccate” di Yeboah e destro da posizione tutt’altro che disprezzabile), nessuna di marca bianconera, roba che nell’era Gotti sarebbe costata un processo sulla pubblica piazza all’allenatore di Contarina da parte dei suoi detrattori.
Ma, in definitiva, sono i risultati a dettare il successo o meno di un tecnico, almeno qui in Italia, dove la classifica è lo specchio dell’umore e specchiandosi Cioffi non può dire che questo è un momento nero.
Tende solo al grigio fumo di Londra e basta un attimo per restare inchiodati da una sequenza poco fortunata. Ecco perché il motto durante la sosta può essere solo: «Gambe in spalla e pedalare». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA