La commissione vaglia la posizione dei contrari e attenziona l’area Valledora. Biella auspica un organo collegiale, seconda conferenza di servizi l’1 febbraio
Cavaglià
Si allarga nel Canavese e nel Biellese il malcontento per l'inceneritore previsto a Cavaglià, il cui progetto è stato pubblicato lo scorso ottobre. Si parla di un impianto che all'anno potrà trattare 278mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione. Contrari al progetto della società A2A sono, oltre a 30 Comuni del territorio, diversi gruppi ambientalisti preoccupati per gli inquinanti che saranno dispersi nell'aria dopo la combustione e per la ricaduta dei medesimi su terreni agricoli. Ma parere contrario è stato espresso anche dal governatore del Piemonte Alberto Cirio e dalla quinta commissione regionale, che ha ascoltato le ragioni delle associazioni ambientaliste e dei sindaci. La commissione, che ha ruolo di programmazione, chiede che, prima di costruire nuovi impianti, si attenda il nuovo Piano di gestione dei rifiuti e ha inoltre dato piena disponibilità ad approfondire la situazione dell’area della Valledora, già compromessa da cave e discariche.
La procedura di autorizzazione per la costruzione del termovalorizzatore intanto procede: la seconda conferenza dei servizi della Provincia di Biella è prevista per il prossimo martedì 1° febbraio. Va detto anche che la provincia di Biella ha avviato un’ inchiesta pubblica: prevede che il progetto venga esaminato dal punto di vista tecnico da un organo collegiale composto da un presidente e quattro esperti «di comprovata competenza nel settore». A nominare presidente e uno dei tecnici la Provincia stessa, uno dei componenti è invece scelto dal presidente della giunta regionale e uno a testa per i Comuni interessati, in questo caso Cavaglià e Santhià.
I tecnici dovranno inoltre sentire «chiunque possa fornire utili contributi di conoscenza sulle problematiche inerenti il progetto, valutandoli». La relazione finale verrà quindi portata alla conferenza dei servizi e influirà sul giudizio riguardo l'opera. I costi dell'operazione, compresi quelli del compenso, sono coperti dal proponente, e quindi da A2A Ambiente. «È uno strumento che garantisce trasparenza e competenza nell'esame del progetto – recita una nota della Provincia -. Inoltre dà la possibilità a tutte le parti coinvolte (Comuni, cittadini e associazioni) di intervenire direttamente nell'esame del progetto. Se l'inchiesta pubblica dovesse avere un esito negativo la società dovrebbe riuscire a correggere tutte le problematiche oppure si bloccherebbe in automatico». Uniti quindi i due fronti, quello delle amministrazioni comunali e quello delle associazioni ambientaliste, che procedono in maniera unitaria. Da una parte vi sono gli oltre 30 Comuni (Ivrea compresa) che con mozioni e osservazioni si sono espressi contro il progetto dell’inceneritore. Prospettano, con questa loro unità, la realizzazione di un’area vasta dalle grandi potenzialità, che la costruzione di un inceneritore vanificherebbe. —
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