Allianz, l’effetto Davis inizia a farsi sentire. Crescono triple e Mian. Konate, via al recupero
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Il derby tra i Corey play premia l’attuale regista biancorosso. L’ala isontina da quattro gare in doppia cifra con il 48% da tre
TRIESTE. I confronti sono il sale dei dibattiiti e figuriamoci quando di parla di sport. Il derby tra i due Corey che l’Allianz ha schierato in questa stagione finora sta dando ragione al subentrante Davis.
E la differenza con Corey Sanders non sta solamente nel maggior mestiere frutto di esperienze in campionati europei (Turchia, Francia, Lega Adriatica) più competitivi rispetto a quelli frequentati dal suo predecessore prima del suo arrivo a Trieste (Portogallo e Polonia).
La vittoria contro Pesaro ha infatti confermato alcuni effetti positivi dell’innesto di Davis. Rispetto a Sanders serve meno assist (3,8 contro 4,6) ma si fa sentire di più in attacco (12 punti contro 8,7).
Le cifre non la raccontano però del tutto giusta per quanto riguarda la pericolosità perimetrale: Davis tira da tre con il 28,6% contro il 25 di Sanders e apparentemente è poca roba. La vera differenza è che il play della prima parte del campionato era stato presto “battezzato” dalla difese avversarie: si prendeva poche conclusioni dai 6,75 preferendo, forte di un primo passo letale, cercare di battere l’uomo ed entrare. Davis invece dimostra di saperla mettere da tre costringendo le difese rivali a lavorare di più e togliendo pressione a Banks e Mian.
L’Allianz fino a qualche settimana fa ultima nella graduatoria di squadra delle triple ora si è lasciata dietro tre team. Merito soprattutto del clamoroso 11 su 16 di domenica scorsa.
Con l’arrivo di Davis e il rientro di Campogrande che può aumentare la possibilità di fargli tirare il fiato, Fabio Mian ha migliorato sensibilmente il suo rendimento. L’esempio più evidente: nelle prime 11 giornate di campionato l’ala piccola titolare era andata in doppia cifra solo in due occasioni, negli ultimi quattro turni è sempre andato in doppia. Nel tiro da tre prima aveva 13 centri su 38 tentativi, adesso 10 su 21 (contro Pesaro enplein 3 su 3).
Intendiamoci, sull’effetto Davis serviranno ancora verifiche ma il primo responso è favorevole. Avendo maggior personalità in campo rispetto al predecessore, il suo inserimento non può prescindere dalla coesistenza e condivisione della leadership con i due punti di riferimento consolidati in casa biancorossa, Banks e Fernandez.
Lo stop per Covid del pistolero e del Lobito nelle scorse settimane può aver rallentato questo processo. Ma un equilibrio tra giocatori intelligenti e con spirito di squadra si trova sempre.
La tappa del match interno con Pesaro registra anche segni di risveglio da parte di Sagaba Konate. Aldilà dei numeri, si sono rivisti squarci del centro delle prime partite. La concentrazione rimane una variabile, la costanza anche visto che in 13 minuti e poco più ha stoppato, schiacciato ma anche collezionato falli e he ingenuità difensive.
Franco Ciani gli ha dato fiducia proponendolo nel quintetto iniziale dopo aver verificato la storia del campionato del maliano, risultato più incisivo quando ha iniziato nello starting five. Tanto in panchina c’è Marcos Delia che alle marachelle del compagno di squadra pone rimedio come il mister Brown di tarantiniana memoria.