Brescello, i medici di famiglia restano tre: «Per i pazienti altri 1200 posti»
L’Ausl risponde alla richiesta di Spi Cgil e Auser sulla criticità emersa in paese. «C’è l’accordo con i sindacati. Carenza di professionisti di livello nazionale»
BRESCELLO. Non cambierà la situazione dei medici di famiglia brescellesi. Dopo la rinuncia della dottoressa Carlotta Rossi, l’ultima sostituta in ordine di tempo di Fabrizio Reni, storico medico di base e colonna del volontariato brescellese, andato in pensione il 30 aprile dell’anno scorso, l’Ausl conferma che, almeno per il momento, non saranno assunti nuovi medici. Del resto mancano le alternative «vista la carenza di professionisti che si registra a livello nazionale».
L’Azienda sanitaria reggiana lo chiarisce in una nota che segue l’appello dello Spi-Cgil e dell’Auser locale di ripristinare in paese il numero di 4 medici di famiglia. Le due associazioni rappresentano la fascia della popolazione anziana che più ha risentito del calo del numero di medici di base, da 4 che erano agli attuali tre. La scelta, puntualizzano dall’Auls di Reggio, è stata presa in accordo con gli stessi rappresentanti sindacali dei medici di medicina generale.
«Questo perché, visti i dati relativi alla disponibilità di posti liberi da parte dei medici che operano nei Comuni del nucleo di Cure primarie di Boretto-Brescello-Poviglio, era possibile garantire l’assistenza ai cittadini con i medici in servizio».
Ad oggi sono oltre 1.200 i posti disponibili per effettuare la scelta del medico da parte di tutti i cittadini dei tre Comuni di questo ambito territoriale. Il che non esclude la possibilità che un paziente di un Comune si trovi a dovere “emigrare” per l’assistenza medica in quello vicino.
In altre situazioni più critiche, come per esempio a Carpineti con il dottor Walter Vezzosi, medico in pensione ed ex sindaco di Casina, che si è offerto di sostituire per una settimana il medico di base titolare, Daniele Rossi, assente per Covid, è proprio grazie al senso di responsabilità dei medici pensionati che l’Ausl è riuscita a garantire l’assistenza ai cittadini.
Così anche nel distretto di Guastalla, cui afferisce il nucleo di Cure primarie Boretto-Brescello-Poviglio, dove, precisa la nota Ausl, «hanno dato la disponibilità tre medici in quiescenza», il cui incarico però «terminerà allo scadere dell’emergenza sanitaria da Covid-19».
Se, infatti, a Brescello da novembre si è cominciato a registrare l’affanno dovuto al venire meno di un medico su 4, non va meglio all’intero distretto guastallese, dove le “zone carenti di assistenza primarie”, ovvero di medici di medicina generale e pediatri, sono in tutto nove, di cui solo 2 assegnate per bando a tempo indeterminato e non come sostituzioni.
Queste ultime rimangono comunque una risorsa e, attualmente, nel distretto guastallese sono in tutto 8.
«Ad oggi su un totale di 43 medici di medicina generale che operano nel Distretto di Guastalla, 8 sono incaricati a tempo determinato», spiegano dall’Ausl.
Se, infatti, le zone non vengono assegnate a medici a tempo indeterminato – cosa che oggi avviene purtroppo perché i bandi vanno deserti –, «l’Azienda deve reperire medici provvisori, utilizzando tutte le graduatorie e gli elenchi di medici anche al di fuori delle graduatorie, per assegnare incarichi a tempo determinato e poter garantire l’assistenza». Pure questa un’impresa che diventa sempre più ardua.
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