Modena, basta “barbari” sui social «Consigli per usarli bene e comunicare meglio»
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Il modenese Stefano Bergonzini, giornalista e massmediologo, pubblica «Il Galateo Social. Le regole per comunicare, 100 idee per il green deal»
MODENA. Da quando monsignor Giovanni Della Casa ha pubblicato il primo Galateo dei costumi, quasi cinque secoli fa, abbiamo sempre avuto bisogno di rinnovare il nostro codice di comportamento sociale e di buona educazione. Di rispolverare il bon ton.
Adesso che siamo nel terzo millennio nulla è cambiato. Perché il profondo rinnovamento imposto dal Next Generation EU riguarda da vicino anche la comunicazione, che si è evoluta, e si è complicata, nel tentativo di semplificarci la vita. Che a volte separa gli uomini di questo pianeta fra chi ha un’anima social e chi non ce l’ha, che per tanti risulta ancora inaccessibile, ma per molti, che vanno letteralmente all’arrembaggio della rete, lo è fin troppo.
Come comunicare, con quali regole, attraverso le nuove tecnologie? Stefano Bergonzini, giornalista professionista e massmediologo, fondatore dell’agenzia di stampa «StudioBergonzini.com», la prima dot com dedicata alla MotorValley, è partito proprio da qui per scrivere «Il Galateo Social. Le regole per comunicare, 100 idee per il green deal», il primo manuale di comunicazione che si legge come un romanzo, pubblicato da CMD Edizioni di Certaldo (FI), (160 pagine, 16 euro) a cura di Elisabetta Lubrani, con prefazione di Paolo Gozzi. Un libro che parla di moneta complementare, metaverso, della necessità di fare impresa mettendo al centro l’uomo e il territorio, del potere crescente dei consumatori consapevoli, di progetti per muoversi senza inquinare. E che contiene le istruzioni per scrivere un post efficace su Facebook, vendere su Instagram, apparire al meglio in una conference call o vestirsi in modo efficace per presentare un evento.
Dottor Bergonzini, è possibile pensare di poter vivere e comunicare senza i social network, i nuovi depositari del genoma della cultura digitale?
«So che ci sono movimenti di fuga dai social, persone che ne fanno volentieri a meno. Ma lo slogan che ha guidato Mark Zuckerberg , il creatore di Fabebook, “Rimani in contatto con le persone della tua vita” è ancora valido per me».
Per imparare a comunicare sui social da dove si comincia?
«Per prima cosa occorre migliorare se stessi, capire chi siamo, cosa vogliamo comunicare e quali persone vogliamo attrarre. Sapere comunicare, soprattutto via social, aiuta a selezionare le persone con cui si vuole mantenere una relazione e anche a non rimanere soli».
Comunicatori si nasce?
«Si tratta di un talento innato, come quello per il canto, la danza o la pratica di uno sport. Io sono sempre stato affascinato dalla parola, dalla dimensione espressa da una telecronaca. Le televisioni, poi, i miei le vendevano. Si può proprio dire che è una passione con la quale sono nato».
L’outfit giusto per il comunicatore, come l’abito, fa il monaco?
«Sì ed è importantissimo. Bisogna indossare abiti che ci fanno stare in sintonia con la giornata che ci aspetta. Il nostro look ci rappresenta. Accompagnato, naturalmente, dal nostro gusto. Alcuni di noi dispongono di una classe innata, come Philippe Daverio, e ne fanno un colpo vincente».
Lavorare in pigiama danneggia la salute mentale?
«Sì ed è provato da ricerche scientifiche. Lo smart working ha migliorato la qualità e l’organizzazione della nostra vita, della nostra giornata. Ma lasciarsi andare è pericoloso. Ho scritto alcune regole per la settimana dello smart worker. Sono solo idee, suggerimenti, ma aiutano a non restare un mese con la stessa felpa addosso».
Perché scrivere un galateo social? Chi sono i nuovi barbari della rete?
«Bisogna smettere di scrivere esclusivamente post polemici e ribaltare questo modo di comunicare. I barbari della rete sono quelli accecati dal loro ego e dal loro odio. Forse non sufficientemente dotati della giusta dose di umiltà per mettersi in discussione».
Cos’è la netiquette?
«Un modo per essere signorili ed educati anche via social, le due caratteristiche che consentono a una persona di distinguersi».
Bill Gates, Elon Musk, Obama o Steve Jobs, sono tutti accomunati dalla ferma convinzione che leggere romanzi, saggi, blog e notizie sia la chiave del successo. E lei?
«Le persone che leggono hanno una marcia in più. Una forma di ricchezza difficile da acquisire in altro modo».