Al vertice dello Yacht club Hannibal di Monfalcone arriva il manager Germano Scarpa
Presidente di Biofarma con ruolo in Confindustria Udine traghetterà il sodalizio per 4 anni con l’attuale direttivo
MONFALCONE Il 2022 inizia con Germano Scarpa, imprenditore friulano, in plancia di comando dello Yacht club Hannibal. I suoi occhialini rossi sono puntati sul mare, scrutano l’orizzonte. Profilo manageriale, ruolo in Confindustria Udine, dopo Sergio Lapo, volto storico, Scarpa è chiamato a traghettare il sodalizio nei prossimi 4 anni, che si delineano all’insegna di innumerevoli novità.
Per capire cosa Red Bull significherà per l’ex Hannibal, bisogna ricordarsi di com’era l’ex Hannibal prima di Red Bull e, soprattutto, come sarà il nuovo Marina Monfalcone dopo investimenti a sei zero. Non è solo un refresh, un cambio di nome e una pagina girata su Annibale Pelaschier, olimpionico e maestro d’ascia dalle mani d’oro, amico di quel Sergio Sorrentino che a inizio anni ’60 fece nascere il ricovero nautico e quindi la palestra di vela nel golfo di Panzano. C’è una mission: costruire e imporre all’attenzione una scuola internazionale per i velisti olimpionici del domani, ristrutturare gli edifici ricettivi e di rimessaggio, aprire l’area ed esibire le sue prospettive al mondo.
Fare i conti con il tempo e con i cambiamenti non è mai operazione banale: servono uomini capaci di farsene interprete. Ed è per questo che da ieri mattina il timone del sodalizio, che entro un mese si chiamerà ufficialmente Yacht club Monfalcone, è passato dalle mani del 77enne Lapo a quelle di Scarpa, presidente di Biofarma group, friulano al vertice di Federsalus, capogruppo dei chimici di Confindustria Udine. Un uomo di 62 anni, «da una vita appassionato velista» e regatante: dalla monoclasse 40 in gioventù fino ai J70 in tempi più recente. È da un decennio che la sua Charlotte, imbarcazione di 24 metri, ormeggia saldamente dalle nostre parti.
È stato Lapo, ieri incoronato dall’assemblea presidente onorario per meriti sul campo e su input del nuovo vertice, a volerlo. Per il suo profilo manageriale: una figura che nell’autonomia del club dovrà farsi tramite dei significativi passaggi cui si assisterà nei prossimi mesi e anni all’ex Hannibal. «Cambiare nome può far malinconia, ma dobbiamo avere la lucidità mentale di aprirci al mondo», ha non a caso sottolineato nella seduta l’uscente presidente.
«Al di là della grande passione per il mare fin da ragazzino – ha detto quindi Scarpa all’assemblea, peraltro espressasi unanimemente a suo favore – ho accettato l’incarico non per assumere una posizione, bensì perché qui intravedo un progetto che può lanciare il club in un circuito e un orbita mai avuti». «Può funzionare – ha proseguito – e il sodalizio, nella sua indipendenza, si allinea ai progetti della proprietà. Nella mia vita ho portato avanti battaglie, ma non sono un politico. Dobbiamo conoscerci e prender reciprocamente fiducia: insieme faremo un ottimo lavoro». A margine la sua visione: «Il rilancio del marina darà beneficio all’intera area, che potrà diventare punto di richiamo per il turismo, grazie alla scuola di vela. Può esser vincente per la nostre regione, dove troppo spesso si soffrono campanilismi: il gioco di squadra è fondamentale».
Ma cosa ci fa un friulano, passato per il Tirreno, al golfo di Panzano? «L’ho scelto per tre semplici motivazioni: i fondali adatti alle barche a vela, l’acqua salmastra ideale per le chiglie e lo spettacolare bacino presente da qui a Muggia: si può uscire con qualsiasi condizione meteo», ha risposto. Scarpa rimarrà in carica 4 anni. Restano fermi il direttivo esistente e il ruolo di Loris Plet, direttore.