D’Incau, Molin Pradel e De Martin: angeli custodi dell’Italia del biathlon
I due skiman e il fisioterapista sono partiti ieri da Malpensa insieme a Vittozzi e compagni. «Ogni atleta ha venticinque paia di sci»
E’ partita ieri pomeriggio da Milano Malpensa la squadra azzurra di biathlon. Del gruppo fanno parte anche tre tecnici bellunesi: il sovramontino Luca D’Incau, professione skiman, lo zoldano Luca Molin Pradel, anch’egli skiman, e il bellunese di origini cadorine Orazio De Martin, fisioterapista.
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Tre angeli custodi per i ragazzi e le ragazze del biathlon che in questi anni hanno dato molto allo sport azzurro e dai qual ci si attende molto anche a Pechino.
D’INCAU IL VETERANO
Uno dei più esperti del gruppo azzurro è Luca D’Incau, specialista delle strutture, da anni riferimento italiano dei materiali delle discipline nordiche. Per il tecnico di Sovramonte Pechino 2022 sarà la quinta esperienza olimpica: al suo attivo, infatti, ci sono Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014 e Pyeong Chang 2018.
MOLIN PRADEL E IL LAVORO NON-STOP
Lo zoldano Luca Molin Pradel a Pechino vivrà la sua seconda Olimpiade.
«La prima è stata Pyeong Chang, dove l’emozione più grande è stata il bronzo nella staffetta mista, con la suspence durata oltre mezzora per l’assegnazione della medaglia», dice l’ex atleta delle Fiamme Oro, in riferimento all’attesa dovuta al ricorso della Germania per la presunta scorrettezza in volata di Dominik Windisch nei confronti di Arnd Peiffer. «Le nostre giornate di lavoro durano dieci ore, anche più», dice ancora Molin Pradel. «Si comincia la mattina presto, quattro-cinque ore prima della gara, in skiroom, poi si va in pista, si ritorna in skirooom per poi fare assistenza durante la gara. Ogni atleta ha dalle venti alle venticinque paia di sci e il lavoro per scegliere quelli da usare in gara è minuzioso, complesso. Gli atleti? Sono tranquilli e professionali, con tutti si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca. Io lavoro principalmente con Wierer e Hofer: Doro è una fuoriclasse, focalizzata al cento per cento sui suoi obiettivi, Lukas è la quintessenza dell’atleta, è super puntiglioso e spero che a Pechino possa raggiungere i risultati che merita. Lisa Vittozzi? Sono fiducioso che possa ritrovare la tranquillità, sappiamo tutti quanto vale e credo che a questi Giochi potrà far vedere nuovamente il suo valore».
DE MARTIN PARLA CON GLI ATLETI
I muscoli delle biathlete e dei biathleti azzurri sono affidati a Orazio De Martin. Anche per lui questa è la seconda Olimpiade dopo Pyeong Chang.
«Dei Giochi in Corea l’emozione più intensa è stata il bronzo di Windisch nella sprint», dice il fisioterapista. «Per quanto riguarda il mio lavoro, si tratta di un lavoro quotidiano che diventa anche un’occasione di confronto con gli atleti che al massaggio trovano dei momenti di tranquillità. Il cellulare? Al massaggio è bandito, ma devo dire che i ragazzi in questo senso sono tutti molto bravi: anche quando vanno a cena o pranzo lo lasciano in camera».