Stramare, il borgo che ha quattro abitanti e che al Pnrr chiede 20 milioni
La località di Segusino ha una storia lunga quattro secoli. Con il finanziamento potrebbe valorizzare il turismo diffuso, ma deve battere la concorrenza di altri «fratellini»
SEGUSINO. Un borgo costruito in pietra, una storia di 4 secoli, che si rianima nei fine settimana e durante le vacanze perché ha solo 4 residenti stabili.
Riuscirà, questo microcosmo di natura, cultura e socialità, che è Stramare, a diventare il “borgo pilota” della Regione Veneto e conquistare i 20 milioni del bando Pnrr? Gloria Paulon, sindaco di Segusino, è fiduciosa, anche se lungo la Pedemontana, da qui alle pendici del Cansiglio, sono mezza dozzina i candidati all’ambito riconoscimento. Quindi la concorrenza è forte.
Ma questi 4 abitanti fanno la differenza, perché il bando mette in conto programmi di vera e propria rigenerazione. Il progetto di candidatura, in verità, riprende quello delle Terre dell’acqua. Progetto che, come ricorda il sindaco Paulon, mira appunto alla rigenerazione del borgo, alla creazione di molteplici attività per ridare vitalità allo stesso, oltre a voler creare posti di lavoro e ricettività, non tanto per la residenza fissa ma per l’indotto turistico rivolto all’intero territorio comunale.
Dove si trova Borgo Stramare: la mappa
Un programma di sviluppo per il quale si sta battendo da tempo anche Mariano Lio, l’anima di questa piccola comunità, abitandolo tra i primi. Si diceva dell’acqua.
Qui ci sono numerose sorgenti, c’è anche una storica fontana. Il patrono è San Valentino, invocato contro l’epilessia. A fondare questa entità, 400 anni fa, sono stati dei carbonai provenienti dall’Istria. Un secolo fa, i residenti erano 140 e le famiglie autosufficienti, con tanto di scuola.
Lio si prende cura, fra l’altro, di un gruppo molto vivace, si chiama “iamareSTRamare”. L’obiettivo del Comune è appunto quello di riattivare le case abbandonate a fini turistici. Il sogno nel cassetto del sindaco Paulon e dei suoi collaboratori è magari quello di realizzate un albergo diffuso, cogliendo le opportunità del cosiddetto turismo lento del post-pandemia. Si pensa anche all’attivazione di un museo, all’apertura di un punto vendita di prodotti caratteristici del posto, ad un ristoro, ad un punto informazioni.
Stramare potrebbe essere anche la sede del master specialistico per la formazione dei produttori di formaggi di montagna, a seguito delle iniziative già intraprese con Alte Imprese, la Scuola internazionale del professor Danilo Gasparini. I fari sono accesi anche sul recupero della Valle dei Mulini, degli edifici e dei mulini stessi, fino ad arrivare alla Casa della Sindica, con la sua ristrutturazione per realizzare un centro culturale.