Treni, Livorno-Roma: una Freccia cara e lenta. La Tirrenica e uno sviluppo che non c'è

Tempi simili col più economico Intercity. Ferrovie: «A dicembre puntualità all’86%». Tempo di percorrenza: il confronto con mezzo secolo fa

LIVORNO. Una linea lenta e costosa. Con le Frecce – prezzo pieno da Livorno a Roma 45 euro, anche se si possono spuntare offerte perfino all’ultimo minuto – che guadagnano meno di 20 minuti rispetto agli Intercity, acquistabili a 36,50, quindi quasi al 20% in meno. E i ritardi oltre i dieci minuti che possono manifestarsi in almeno un caso su dieci, visto che – secondo quanto spiegato al Tirreno da Trenitalia – la puntualità dei Frecciabianca a novembre è stata dell’87% e a dicembre dell’86%, in linea con le altre tratte italiane a lunga percorrenza. Ma assai peggiori, dati alla mano, rispetto alle direttrici toscane che a dicembre non sono mai scese sotto il 96% dei indice di puntualità. Seppur il raffronto, secondo gli esperti, sia complicato da fare visto che più il tragitto è breve – e lo è sempre a livello regionale– più la probabilità di registrare disagi, e quindi ritardi, si abbassa.

LA SITUAZIONE

Le proteste dei pendolari, i livornesi che tutti i giorni o quasi devono andare a Roma, ma anche i grossetani che si spostano per lavoro a Pisa e Livorno, si concentrano sull’allungamento degli orari attuato negli ultimi anni: «Alcuni vecchi Pendolini non pendolano più e quindi viaggiano più lenti. Per evitare disservizi, quindi, a causa della mancanza di pezzi di ricambio Ferrovie ha allungato gli orari rallentando i treni». L’altra paura è la deviazione delle Frecce da Pisa sulla linea Firenze-Roma, tagliando fuori Livorno e la Maremma: «In passato è già successo, non vogliamo rimanere solo con i regionali e gli Intercity», dicono dal Comitato pendolari Grosseto. Negli ultimi anni, in ogni caso, c’è stato anche un leggero aumento del numero di fermate per non lasciare sguarnito il territorio (il che ha contribuito ad aumentare la percorrenza complessiva di ciascun convoglio).

I RITARDI

Ieri è stata una giornata molto difficile per viaggiatori che hanno dovuto raggiungere Roma da Livorno. Il Frecciabianca mattutino, quello delle 9.22, è arrivato a Termini con 56 minuti di ritardo. Era atteso nella Capitale alle 12.03, ma i passeggeri non sono scesi prima delle 12.59. All’origine dei disagi l’investimento di un animale a San Vincenzo, avvenuto però venerdì scorso da parte di un regionale, che ha costretto lo stesso treno Frecciabianca a ritardare l’arrivo a Genova – la stazione di partenza di ieri mattina – nella notte e il personale, sempre lo stesso di ieri, che ha dovuto osservare le ore di riposo previste dal contratto, partendo dal capoluogo ligure con tre quarti d’ora di ritardo per non violare la normativa e perché non poteva essere sostituito dai colleghi. Tempo che poi, il convoglio, non è più riuscito ovviamente a recuperare. Si tratterebbe comunque di un episodio isolato, secondo Trenitalia, visto che la stessa Freccia a gennaio ha avuto un indice di puntualità del 93%, a dicembre dell’85% e a novembre del 90%. Con la linea Tirrenica – che Trenitalia e Rfi spiegano di continuare a monitorare – che non presenterebbe particolari criticità. Fra l’altro, la totalità dei ritardi, si sono verificati per cause non imputabili all’azienda ferroviaria, ma a cause esterne come interventi del 118.

GLI INTERCITY

Nei primi sei mesi dell’anno scorso Il Tirreno ha effettuato un monitoraggio sulla base dei dati giornalieri forniti da Viaggiatreno, il servizio per monitorare i convogli del gruppo Ferrovie dello Stato. Il portale per il monitoraggio, però, si azzera ogni giorno quindi non è possibile – se non monitorandolo quotidianamente – effettuare statistiche in ogni momento. L’analisi ha riguardato i soli Intercity della Tirrenica (non le Frecce) diretti a nord e a sud: a Roma, Genova, Ventimiglia e Milano, il campione totale della tratta costiera. Sono il 501 (Sestri Levante-Napoli delle 5.05), il 505 (Ventimiglia-Roma Termini delle 6.41), il 510 (Salerno-Torino Porta Nuova delle 6.28), il 511 (Torino Porta Nuova-Salerno delle 10.40), il 518 (Roma Termini-Ventimiglia delle 15.57), il 522 (Napoli-Sestri Levante delle 17.31), il 651 (Milano-Livorno delle 6.10), il 657 (Milano-Grosseto delle 8.05), il 669 (Milano-Livorno delle 14.05), il 673 (Milano-Livorno delle 16.05), il 679 (Milano-Livorno delle 18.05), il 684 (Grosseto-Milano delle 16.05) e il 685 (Milano-Livorno delle 19.05). Alla stazione di Livorno, calcolando come puntuale un convoglio arrivato con al massimo dieci minuti di ritardo, l’indice di puntualità è stato dell’86,3% a gennaio, dell’87,4% a febbraio, dell’87% a marzo, dell’88,6% ad aprile, dell’86,85% a maggio e del 79% a giugno. Se però riduciamo la soglia di puntualità a cinque minuti, il totale si abbassa notevolmente: 81,42% a gennaio, 78,57% a febbraio, 75,46% a marzo, 76,79% ad aprile, 73,31% a maggio e 73,31% a giugno. Quasi tre treni su dieci, sei mesi fa, sarebbero quindi arrivati in ritardo a Livorno. Il dato, infatti, non riguarda le altre stazioni, ma solo la nostra. L’arrivo a Livorno centrale. Da questo punto di vista, utilizzando il criterio dei cinque minuti, il peggior treno a giugno – nel mese più sfortunato, ma anche quello dove ci sono stati più spostamenti dopo l’allentamento delle restrizioni anti-Covid – è stato il Salerno-Torino Porta Nuova delle 6.26, che raggiunge la stazione di Livorno ogni giorno alle 12.43. Ieri, per esempio, è arrivato con due minuti di anticipo, mentre in Campania puntuale con due minuti di ritardo.