Massa, Persiani e la movida: serviva un segnale, ora il punto alla scadenza dell’ordinanza
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Il primo cittadino rivendica la validità della decisione: «No alle discriminazioni, certi eccessi non erano più tollerabili»
MASSA. Il giorno dopo l’incontro con le categorie in merito alla movida, facciamo il punto con il sindaco di Massa Francesco Persiani su alcuni temi chiave del territorio. Partiamo proprio dall’ordinanza di chiusura dei locali alle 24, una vicenda che tanto ha fatto discutere.
Il primo cittadino ribadisce: «Come ho avuto modo di dire nella riunione proficua con i rappresentanti delle categorie, si sta parlando di un’ordinanza che aveva un tempo prestabilito, 30 giorni. Quindi, lasciamola arrivare alla scadenza naturale, il prossimo 14 febbraio, e così avremo un arco temporale congruo per poter tracciare un bilancio e valutare insieme le possibili strategie successive. Avremo modo di studiare insieme gli eventuali correttivi da mettere in campo. La decisione che ho preso, a metà gennaio, non è stata certo a cuor leggero: ma un sindaco deve affrontare i problemi, e non potevamo permetterci di lasciare la movida fuori controllo. Ho scelto il periodo dell’anno più freddo, in cui le 24 potevano essere un orario congruo, e questo provvedimento ci dà anche modo di far calmare un po’ le acque, di far “sfebbrare” il fenomeno che viveva una fase acuta, senza regole. Non nascondo che si tratta di una problematica complessa, quella della cosiddetta movida, nella quale concorrono più fattori, ma l’unica cosa da non fare era quella di non intervenire, di fronte a una città che reclamava un po’ di serenità e che era stanca di eccessi intollerabili. Io stesso ho trovato sullo scivolo del Comune escrementi dopo una notte di eccessi, e altro ancora che non sto a riferire… Insomma, un momento di riflessione credo che sia e sia stato davvero utile. I rappresentanti delle categorie lo hanno capito, e compreso che occorre arrivare ad un punto di equilibrio».
E rispetto all’obiezione che l’ordinanza intanto si potrebbe sospendere almeno per le aree non interessate alla movida, come la montagna o certe parti di Marina?
«Non sono d’accordo, il provvedimento ha un senso proprio perché riguarda tutto il territorio, non fa distinzioni, non punta il dito contro qualcuno, ma dà un segnale complessivo alla comunità. Non vuole essere un’ordinanza discriminatoria. La nostra è una città viva, ma che può progredire solo se ragiona in termini di unità, si cresce tutti insieme. E in più si sarebbe corso il rischio di una specie di nomadismo della movida… No, meglio arrivare ad un equilibrio condiviso, una strada su cui ho sempre avuto il pieno sostegno anche da prefetto e questore, dai quali peraltro mi aspetto di ricevere il loro feed back, un quadro complessivo in modo da avere tutti gli elementi, anche quelli di ordine pubblico, per tracciare un bilancio a tutto tondo. Non dimentichiamo che anche forze dell’ordine e polizia municipale avevano bisogno di un po’ di “respiro” anche se anche in questi giorni non hanno abbassato il livello di attenzione e la vigilanza. Ripeto, la nostra è una città da vivere, fino al 31 marzo di sicuro il suolo pubblico sarà gratuito, bene le piazze piene ed è giusto che i locali possano svolgere appieno il proprio lavoro , ma deve esserci un limite. Per ora c’è l’ordinanza fino a mezzanotte, insieme troveremo la soluzione migliore per dare continuità a questo modo di vivere più consono a una società civile».
Cambiamo argomento ma restiamo in ambito turistico. Il piano dell’arenile a che punto è?
«Entro febbraio dovremmo ricevere il quadro progettuale, frutto già anche di un primo confronto con le categorie. L’obiettivo è adottarlo entro l’estate, poi ovviamente l’iter prevede le osservazioni e la definitiva approvazione. È uno strumento fondamentale, decisivo, una grande opportunità, che io definisco una sfida affascinante, per superare vecchi schemi e accompagnare nel futuro il nostro litorale così eccezionale. L’obiettivo è preservare l’arenile, andare incontro certamente alle esigenze degli operatori ma soprattutto dei cittadini, con recupero dell’esistente, nuove opportunità, spazi e accessibilità a disposizione di tutti. Un’operazione che contiamo di completare nel primo mandato, e che avrà pieno successo se ogni attore riconoscerà la necessità di un piano rispettoso di tutti e non basato sugli interessi particolari».
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