Caro bollette, nei locali padovani aumenti del 60 per cento. «Meglio aprire solo 4 giorni a settimana»
PADOVA. Le “super bollette” di gas ed energia elettrica stanno facendo saltare per aria i costi di gestione di quasi tutti i 3 mila esercizi pubblici di Padova e provincia. Secondo una stima effettuata dall’Appe – l’associazione di categoria di bar e ristoranti – il costo complessivo per tutti i locali, nel corso dell’ultimo anno, per quanto riguarda la spesa per le utenze è passata da 14 milioni a 31 milioni di euro. Ancora più pesante la batosta per tutti i ristoranti della provincia: si è passati da 32 a 51 milioni.
COSTI DI GESTIONE ALLE STELLE
Sempre l’Appe ha calcolato che la spesa per i costi di gestione in un ristorante medio-grande è salita da 21 a 34 mila euro con un aumento che corrisponde a un 62%, mentre in una piccola trattoria le spese sono lievitate in media da 8 a 12 mila euro, ossia esattamente del 50%.
Il dramma è che gli aumenti si sono concentrati negli ultimi tre mesi del 2021 ed andranno avanti ancora probabilmente fino in primavera, quando il riscaldamento non sarà più necessario.
Gli esempi di bollette record nei locali della città sono tanti: al “Cafè Room” di Montà, gestito dai fratelli Alessandro e Daniela Bottan, in un solo mese la spesa per l’energia è salita da 330 a 640 euro, mentre alla “Caffetteria Arcella”, in via Tiziano Aspetti, gestita da Gianni Coccato, nell’ultimo bimestre la sola bolletta dell’energia elettrica è cresciuta da 650 a 900. Una spesa energetica mai vista anche allo Zairo, dove il titolare Franco Filimbeni denuncia un aumento del 300% solo negli ultimi 3 mesi.
UNA SITUAZIONE DEVASTANTE
Il grido d’allarme viene dato direttamente dal direttore generale dell’Appe di Padova: «I baristi e i ristoratori stanno affrontando una situazione devastante – sottolinea Filippo Segato – Gli aumenti solo per la spesa energetica sono consistenti ed esorbitanti. Per il momento la partita va avanti anche se il gioco stagna a centro campo: non sono pochi i locali che se la situazione gestionale non cambia rischiano la chiusura. Questo perché, a causa degli effetti del Covid, di fronte a costi di gestione che diventano sempre più proibitivi, gli incassi, specialmente quelli da dicembre ad oggi, sono diminuiti con una caduta verticale. Purtroppo lo scenario è molto, ma molto preoccupante».
Cosa fare dunque? «Innanzitutto non bisogna perdere la fiducia – risponde Segato – Sia perché il caro energia dovrebbe durare sino alla fine di marzo, come ha comunicato il governo, e sia perché finalmente sembra che la pandemia stia per terminare. Da parte mia, per contenere i costi invito i ristoratori, come d’altronde stanno facendo tanti gestori in altre città della penisola, a tenere aperti i locali solo nei giorni in cui l’afflusso dei clienti è maggiore: giovedì, venerdì, sabato e domenica. Aumentando quindi i giorni di chiusura nei giorni cosiddetti “morti”. Si sta diffondendo poi la possibilità di menù a prezzo fisso non solo a mezzogiorno, ma anche alla sera. Tutte soluzione per sopravvivere, sperando in un rapido miglioramento della situazione».