Olmo, il cagnolino con 50 pallini in corpo a Monselice. «Una cattiveria scoperta dopo quattro anni»
Il meticcio è ospite del rifugio per cani “Chiara Locrati” di Monselice. Una radiografia casuale ha fatto capire il perché del carattere difficile
MONSELICE. La storia ricorda quella di Kirikù e della strega Karabà, fortunatissimo lungometraggio animato ambientato in Africa dove il minuscolo e prodigioso protagonista, Kirikù appunto, riesce a salvare la perfida Karabà accusata addirittura di divorare gli uomini del villaggio. Kirikù scopre che la cattiveria della strega – che in realtà cattiva non è – altro non è che l’atroce dolore causato da una spina conficcata nella schiena della donna. Karabà cessa di soffrire e si libera il suo lato buono e gentile.
Karabà ricorda Olmo, il meticcio entrato in canile a Monselice: un cane da sempre molto difficile, diffidente, tanto da arrivare a mordere chi gli si avvicinava. A distanza di anni, casualmente, ecco scoperta la causa di tanta ostilità: non una spina nella schiena, come la strega del cartone, ma più di cinquanta pallini conficcati in ogni parte del corpo.
Olmo è uno dei nonnini del rifugio per cani “Chiara Locrati” di Monselice: vi è entrato nel gennaio 2018. «Era stato recuperato vagante in via Eroi Divisione Acqui a Monselice» raccontano dal canile «senza microchip e con il corpo martoriato da diverse ferite da morso. Morsi su tutto il corpo, non si sa se di altri cani o di animali selvatici».
Olmo è stato ricucito e curato al canile sanitario dell’Usl a Selvazzano e dopo un mese è arrivato in rifugio. «Arrivato da noi, fin da subito si è rivelato un cane molto difficile, molto spaventato e diffidente nei nostri confronti. Spesso negli anni passati ha cercato di mordere nelle più disparate situazioni».
Col tempo la fiducia ha lasciato spazio all’ostilità: «Ha imparato a fidarsi di noi, ad accettare pian pianino i grattini e le coccole, prima solo sul collo, e poi magicamente su tutto il corpo. Nell’ultimo anno, con chi vuole lui, è diventato addirittura “quasi” adorabile. Ci siamo sempre chieste perché Olmo fosse così restio al contatto umano e così facilmente incline al morso: recentemente abbiamo avuto la risposta che cercavamo».
Da un mese Olmo ha iniziato ad avere dei dolori alla zampa anteriore sinistra, tanto da zoppicare in maniera vistosa. Sono stati compiuti quindi degli accertamenti e con una lastra è arrivata l’amara scoperta: «Il corpo di Olmo è letteralmente tempestato ovunque di pallini da caccia: dalla testa alle zampe, fino alla coda. Ci sono più di cinquanta pallini. I veterinari ci hanno detto di non aver mai visto una cosa simile» raccontano inorriditi dal canile «Inoltre risulta avere un femore fratturato ed aggiustato da solo». Come poter vivere serenamente con quel dolore addosso? Come potersi fidare degli esseri umani?
Si chiedono non a caso dal rifugio di Monselice: «Cosa può aver passato questa creatura prima di arrivare in canile? Chi può avergli fatto tutto questo? Quanta cattiveria ci deve essere nell’immondo che ha compiuto un atto del genere?». Di certo, in questi anni nessuno è mai venuto a cercarlo, tanto meno chi l’ha ridotto in quel modo. «Pensiamo di vivere in una società civile e poi apriamo gli occhi e ci rendiamo conto che viviamo ancora nel Medioevo» è l’amara considerazione della sua nuova famiglia «Siamo solo felici che Olmo sia arrivato da noi, dove ha avuto la fortuna di conoscere persone che lo amano così com’è, con il caratteraccio burbero che giustamente si ritrova».
Ora si sta cercando una cura per lo sfortunato meticcio. Se dapprima zoppicava solo con l’anteriore, da qualche mattina Olmo ha iniziato ad avere difficoltà anche con il posteriore e non si regge in piedi. Al momento non si è capita la causa. In settimana verranno programmati per lui una serie di accertamenti diagnostici, nella speranza di capire come muoversi per poterlo aiutare. E per poterlo aiutare è possibile anche effettuare una donazione all’iban IT81H0306909606100000154684, intestata a Triveneta Soc.Coop Sociale Raccolta Fondi. —