Curtarolo, volantini al veleno contro il parroco: «Appartamenti al posto del campo da calcio»
CURTAROLO. Attaccano il parroco con un volantino, perché lì dove c’era l’erba del campo da calcio dovrebbero spuntare appartamenti. Ma il don non porge l’altra guancia e replica con il pennarello rosso: «Non è vero, ignoranti».
Dopo la querelle per la sala polivalente San Francesco, nuovo fronte aperto per don Lorenzo Donà a Pieve di Curtarolo. Al centro del contendere, questa volta, il campo da calcio di Pieve.
Secondo gli accusatori, «la Curia ha dato la sua approvazione al cambio di destinazione trasformandolo in zona fabbricabile. Hanno intenzione di vendere l’area per costruire appartamenti, uffici».
Nel mirino ci sono i vertici diocesani: «La Curia, con l’approvazione del consiglio pastorale e quello degli affari economici, ha deciso di vendere il terreno che era stato regalato alla comunità per attività di gioco per i bambini. La somma che incasseranno andrà a finire nel carrozzone provinciale? A pensar male si fa peccato, ma qualche volta…», incalzano con la citazione andreottiana i contestatori.
Che descrivono lo stato dell’arte del campo: «Gli spazi sono chiusi da tempo, privando i ragazzi di uno spazio ricreativo e costringendo l’associazione sportiva ad utilizzare altri impianti. Risultato: in pochi anni i ragazzi dell’associazione, che fanno sport, sono passati da 120 a 50».
Insistono: «La società sportiva si era resa disponibile a sostenere le eventuali spese per mettere in regola gli impianti e deve adesso sopportare importanti spese per affittare». Vengono chiamati a rendere conto – nome per nome – tutti i componenti di consiglio pastorale e consiglio degli affari economici, e la chiosa è affidata a Martin Luther King: «Il vostro silenzio vi renderà complici».
Don Lorenzo ha reagito a muso duro, con lo stile del don Camillo di Guareschi: ha preso il pennarello rosso e ha scritto sotto il volantino a caratteri cubitali «Non è vero», aggiungendo tre punti esclamativi, per poi ribadire: «Questi signori anonimi dimostrano di essere ignoranti su questo argomento».
Il 28 febbraio ha ribadito il concetto: «La Curia non ha deciso nulla. Il terreno non è stato ceduto, sono chiacchiere, si confondono, senza cognizione di causa: il campo è lì fermo. Vogliamo tenerlo, ma magari con altri scopi: quel campo da piano regolatore è edificabile, ma non ci sono persone interessate».
Il parroco non nasconde i dissidi maturati negli anni: «Il campo è irregolare, lo spogliatoio è fuori norma. E io, ad un certo punto, ho deciso che non potevo assumermi la responsabilità di un utilizzo fuori dalle regole. Peraltro non hanno rispettato la convenzione: dovevano rimborsare spese, utenze, e anche qui sono stati inadempienti».
Don Lorenzo non è preoccupato dal clima di tensione: «Sappiamo che siamo bersagliati e poi questi sono problemi relativissimi, fomentati da due-tre persone che non si vedono mai in parrocchia. Vadano per la loro strada». E chiude, parafrasando il vangelo di Giovanni: «La verità si fa strada da sola».