Cinque ricorsi bloccano l’appalto per rifare l’illuminazione a Gorizia
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Dopo la scelta di Enel da parte del Comune, Citelum e City green light davanti a Tar e Consiglio di Stato. Sono settemila le lampadine da sostituire
GORIZIA Cinque contenziosi, tutti in rapida successione, rischiano di spostare in là nel tempo l’atteso intervento che prevede, in centro e in periferia, la sostituzione di settemila lampadine con impianti a led che assicureranno il 40% in più di illuminazione a minori costi. «Sette milioni di investimento», ha spiegato di recente il sindaco Rodolfo Ziberna. Tre le aziende che hanno risposto al bando di project financing: Hera Luce, Citelum Sa e Enel X. Si tratta del maxi-progetto di rifacimento integrale degli impianti della città, denominato Valutazione di fattibilità per la riqualificazione del servizio di pubblica illuminazione e la realizzazione di interventi smart city.
La novità odierna è che ostacoli importanti sono emersi sul percorso verso la realizzazione di quest’opera molto attesa. Cinque i ricorsi: quattro al Tar, uno al Consiglio di Stato. A cercare di sintetizzare una vicenda complicata è l’avvocato comunale Stefano Piccoli che sta sudando sette camicie vista la decisione dell’ente locale di costituirsi e resistere si ricorsi. «Si tratta di un project financing avviato nel 2020. Sono arrivate tre proposte da parte Citelum Sa, Enel X e Hera Luce che, poi, è il gestore attuale. È stato costituito un gruppo di lavoro con tecnici interni e uno studio legale. A maggio scorso, il Comune ha deciso di continuare solo con Enel Sole, la cui proposta si è rivelata la più interessante. Perché non c’è solo il discorso della pura gestione e della riqualificazione degli impianti-luce, al Comune interessa anche il cosiddetto “spromiscuamento” che solo Enel ha inserito nella sua proposta». Gorizia in pratica vuole eliminare la promiscuità fra rete pubblica e energia elettrica alle famiglie: perché nel passato c’era un unico soggetto, le Aziende municipalizzate.
Ma la scelta fatta dal Comune ha innescato la reazione della francese Citelum che aveva presentato un’offerta molto distante da Enel in termini economici. «C’è stato – spiega Piccoli – un primo ricorso al Tar, poi respinto. Quindi, l’azienda ha deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato e siamo in attesa di pronuncia». Come se non bastasse poi, è entrata in campo la City green light che ha bussato alle porte del Tar. «Si tratta – annota l’avvocato comunale – della società aggiudicataria del lotto-energia che riguarda la nostra regione. In sostanza, lamenta di non essere stata interessata dal Comune al project financing. A quel punto, il nostro ente ha aperto una sub-procedura per verificare se l’offerta di City green light fosse conveniente ma, alla fine, è risultata ancora preferibile l’ipotesi Enel».
Successivamente, la Citelum si è rivolta altre due volte al Tar, formulando ricorso. Un caos. «Vien da sé che tutta questa situazione – conclude l’avvocato comunale – porterà a un allungamento terribile dei tempi della finanza di progetto». E, quindi, aggiungiamo noi, della realizzazione del tanto atteso maxi-investimento sugli impianti di illuminazione pubblica cittadine anche perché tutti i pronunciamenti avverranno fra maggio e giugno ed è chiaro che, sino ad allora, tutto rimarrà fermo.
A Gorizia, c’è un vasto patrimonio impiantistico destinato ai servizi di pubblica illuminazione e di segnaletica luminosa e «tali impianti – si legge nella relazione tecnica relativa all’intervento – risultano, in gran parte, realizzati in promiscuità con le installazioni di distribuzione della corrente elettrica in bassa tensione. Questa condizione, appunto, di promiscuità comporta, per l’esercizio degli impianti, una serie di operazioni tecniche e di sicurezza necessarie per l’accesso sia ai quadri di comando sia alle linee di distribuzione dell’energia, tale per cui i costi generali sono talmente elevati da non rendere di fatto omogenee le condizioni di accesso alla gara di manutenzione e gestione degli impianti stessi a tutti i concorrenti».