L’invasione russa in Ucraina e i combattimenti intorno alle centrali nucleari, ultimo caso l’assalto alla più grande centrale atomica d’Europa, hanno innescato in alcune nazioni europee un boom della domanda di pillole anti-radiazioni a base di iodio. Gli ultimi sviluppi fanno capire quanto sia enorme «il rischio che vengano danneggiati in un conflitto armato» siti […]
L’invasione russa in Ucraina e i combattimenti intorno alle centrali nucleari, ultimo caso l’assalto alla più grande centrale atomica d’Europa, hanno innescato in alcune nazioni europee un boom della domanda di pillole anti-radiazioni a base di iodio.
Gli ultimi sviluppi fanno capire quanto sia enorme «il rischio che vengano danneggiati in un conflitto armato» siti nucleari. Come proteggersi? In Belgio, in Svizzera e anche in alcune regioni della Francia, è già psicosi nucleare. Tra misuratori di radioattività, pillole di iodio e bunker antiatomici gli svizzeri sono già nella psicosi. La popolazione elvetica vive infatti da sempre il pericolo nucleare come una costante della propria vita. Nelle località che si trovano entro un raggio di 50 km da una centrale nucleare svizzera, le pastiglie vengono distribuite a scopo precauzionale alla popolazione residente. Oltre i 50 km, i Cantoni immagazzinano delle scorte in modo che l’intera popolazione possa esserne rifornita in caso di necessità, ma per i privati cittadini non c’è raccomandazione di tenere una scorta domestica.
Le pillole di iodio vengono utilizzate in caso di grave incidente in una centrale nucleare. Impediscono allo iodio radioattivo di accumularsi nella ghiandola tiroidea e di causare il cancro alla tiroide. Come spiegano le autorità svizzere sul sito dell’Ispettorato per la sicurezza nucleare, «lo iodio radioattivo viene assorbito dalla tiroide, e nella zona attorno a Chernobyl causò l’assorbimento di dosi elevate di radiazioni nella fase acuta. L’esposizione della tiroide alle radiazioni avrebbe potuto essere contenuta considerevolmente, se prima dell’arrivo della nube radioattiva fossero state ingerite delle compresse di ioduro di potassio. Tali compresse, infatti, saturano la tiroide con lo iodio stabile e impediscono l’assorbimento dello iodio radioattivo».
In Belgio e nella Francia del Nord i farmacisti sommersi dalle richieste
L’Associazione dei farmacisti belgi ha segnalato che solo giovedì scorso, quando sono arrivate le prime notizie sui combattimenti vicino alla centrale nucleare ucraina nota per il tragico incidente del 1986, sono state consegnate 1.500 scatole da 10 compresse. Una situazione simile si sta verificando anche in Francia, in particolare nelle Lande. «Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un aumento delle richieste di compresse di iodio in farmacia “spiega Jean Wattier, consigliere dell’Ordine dei farmacisti della Nuova Aquitania, aggiungendo che però la corsa in farmacia è inutile perché nelle Lande queste pillole non possono essere acquistate. I farmacisti sono autorizzati a distribuirli in caso di reale pericolo, soltanto ai due milioni di francesi che vivono a circa 20 km di distanza da una centrale nucleare».
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