L’azzurro negato a Mifri, tricolore under 18 nel salto triplo: niente Europei perché non ha ancora la cittadinanza italiana
Figlia di genitori congolesi è nata e ha sempre vissuto in Italia, studia a Pordenone: a 16 anni e tre mesi per lei la Nazionale è vietata
PORDENONE. Frequenta il terzo anno dell’istituto Pertini di Pordenone. È nata e cresciuta qui, da genitori congolesi. Parla perfettamente l’italiano perché qui si è formata. Ha vinto il titolo italiano under 18 al coperto di salto triplo, conquistando con la misura di 12,66 il minimo per partecipare agli europei Eyof di categoria, in programma a luglio in Slovacchia. Eppure alla manifestazione non ci sarà. Il motivo? Non ha la cittadinanza italiana.
È la storia di Mifri Veso, portacolori dell’Atletica Brugnera Pordenone Friulintagli, classe 2005, che a causa dell’attuale legge sulla cittadinanza e delle norme in vigore nel diritto sportivo rimane esclusa dalla possibilità di approdare in nazionale.
L’atleta, nata in Italia, per lo Stato non è italiana, nonostante viva qui da sempre e si sia formata qui. Una storia che ripropone il dibattito sullo “ius soli” e che accomuna tanti italiani di seconda generazione che non hanno gli stessi diritti degli altri coetanei. «Non avendo la cittadinanza – ha scritto Mifri sfogandosi sui social – non ho la possibilità di partecipare ai campionati europei e questo credo sia abbastanza, anzi molto ingiusto nei miei confronti perché è soltanto l’inizio della stagione e so che potrei fare ancora meglio. Quindi ho bisogno di voi. Vorrei chiedere il vostro aiuto per spargere la voce e farla arrivare e notare ai piani alti, non solamente per me per poter accedere ai campionati, ma anche per i molti atleti che si trovano nella mia stessa situazione e per quelli che si troveranno in questa situazione. Vorrei che potessimo spargere la voce con tutti i mezzi possibili e magari facendoci aiutare da gente un po’ più conosciuta».
Un sogno che Mifri si sarebbe guadagnata sul campo, perché il 12,66 metri che ha saltato ad Ancona le ha permesso di approdare per la prima volta in carriera ai campionati italiani assoluti, disputatisi nella stessa città marchigiana. Vi ha potuto prendere parte grazie a un tesseramento equiparato, che per una normativa perlomeno discutibile le ha consentito di gareggiare in quella sede, ma non di vestire la maglia della nazionale e partecipare alle competizioni internazionali. Agli italiani Mifri è arrivata decima assoluta.
Era presente anche il console del Congo, che le ha offerto la maglia della nazionale del Paese africano. Lei, però, si sente italiana e ha rifiutato, in attesa di quella azzurra.
La misura che la sedicenne ha centrato è stata la nona di categoria in Europa nel 2022 e rappresenta il secondo miglior risultato di sempre per un’atleta under 18 friulana. Meglio di lei (per soli cinque centimetri) ha fatto sinora soltanto Tania Vicenzino, approdata nel corso della carriera in nazionale nel salto in lungo.
Seguita a Sacile dal 2021 da Matteo Chiaradia, dopo aver cominciato a praticare atletica con la Libertas Porcia e Rudi Trost, padre di Alessia, Mifri spera che presto la sua storia possa cambiare. Sua sorella, che ha più di 18 anni, ha già potuto chiedere e ottenere la cittadinanza italiana. Lei, che di anni ne ha 16 e 3 mesi, deve ancora aspettare. A meno che qualcosa non si muova prima e le consenta di coronare il suo sogno: indossare la maglia azzurra e non perdere gli Europei.