Monito di Tavano: «Perdere la Biblioteca danno enorme per Gorizia. La città resterà marginale»
Lo storico goriziano alla soglia dei 94 anni lancia un grido di allarme sulle difficoltà d’organico: «Non c’è web che tenga, lì si trovano testi unici che riflettono la storia unica di Gorizia»
GORIZIA. «Per la città, per il territorio tutto la Biblioteca statale isontina rappresenta innanzitutto un patrimonio che ha attraversato la nostra storia non soltanto in questi ultimi due secoli (visto che la nascita dell’attuale Bsi risale al 1822), ma anche in tempi antecedenti, avendo ereditato una cospicua quantità di opere, per esempio da istituti scolastici superiori: penso in primis al deposito del Seminario e del Collegio dei Gesuiti.
Quindi, essendo passata per periodi differenti, confrontandosi con differenti istituzioni, la Biblioteca soddisfa le esigenze e testimonia le tendenze della cittadinanza più ampia. In secondo luogo, costituisce uno strumento di conoscenza critica, un mezzo determinante per acquisire capacità di giudizio».
Storico di chiara fama, 93 anni portati invidiabilmente, Sergio Tavano non può certo essere felice per le recenti vicende sulla Bsi. La prossima domenica spegnerà 94 candeline. Parlare con lui della Biblioteca è sfogliare un album di ricordi. «La nostra Biblioteca – racconta il professore, a lungo docente all’università di Trieste di Storia dell’arte bizantina e archeologia altomedievale – possiede una caratteristica specificatamente goriziana: riflette la pluralità di componenti, linguistiche e culturali proprie di Gorizia. Sotto questo profilo, si collega inevitabilmente allo Staatsgymnasium, l’istituto cittadino che risale all’800, che aveva il tedesco come lingua ufficiale e che, tra gli allievi, vantava, tra molti altri eccellenti, Carlo Michelstaedter e Biagio Marin. Come lo Staatsgymnasium costituiva un elemento unificante per l’intera comunità».
La storica istituzione è stata molto importante nella formazione dello stesso Tavano. «Da studente universitario – afferma – avvertivo l’esigenza di andare a studiare nella Biblioteca, per completarmi, per arricchirmi. Ci andavo sempre da solo. Ricordo di aver trovato la Gerusalemme conquistata, come altri testi classici che, all’epoca, non erano di facile reperibilità. Poi, da ricercatore e da docente universitario, la Biblioteca ha continuato a essermi assai utile, disponendo di materiali di primo livello: una quantità di periodici impressionante, molti in lingua tedesca, che, tuttavia, negli anni venivano raccolti in numero minore. Un’altra ricchezza della è poi la sua raccolta di quotidiani».
Cosa significherebbe, quindi, perderla? «Dover ricorrere ad altri centri di cultura – risponde il professore –. Ciò porterebbe a un distacco nei confronti di chi fa ricerca, ma anche di chi, molto semplicemente, ha qualche curiosità da soddisfare. Vorrebbe dire, anche in questo caso, preferire la voce della Tv. Sì, la mancanza della Biblioteca avrebbe come conseguenza la comparsa della nebbia davanti ai fatti storici e di cronaca. In vista di Nova Gorica-Gorizia 2025 sarebbe un fatto grave.
E poi, con la sua chiusura finirebbe anche per cessare la sua pubblicazione principale: Studi goriziani, fondata da Carlo Battisti, con assistente Ervino Pocar. Anche questo non sarebbe un fatto trascurabile. La città, negli anni, ha già perso l’Istituto di Musica, il più antico della regione, come non c’è più una stagione musicale di alto livello. Per Gorizia sarebbe l’ennesimo impoverimento».
Ancora Tavano: «Sapere delle recenti vicissitudini della Biblioteca è molto triste. Denotano che soffriamo sempre di una marginalità geografica. Ci troviamo, ancora una volta, meno distanti da Vienna che da Roma, come mi disse Enrico Rocca, un irredentista goriziano, tra l’altro grande amico di Stefan Zweig, che non si riferiva soltanto alla distanza in termini di chilometri…».
Di sicuro, rispetto alla Bsi, non c’è web che tenga. «Non si può certo sostituire una biblioteca storica con Internet, che non permette ovviamente la consultazione di materiali importantissimi nei settori specialistici e di storia locale. Ho frequentato molte biblioteche e ciascuna ha una propria personalità. Quella di Gorizia è assolutamente unica». —