La Protezione civile andrà in Slovacchia per allestire un campo profughi da 250 posti
UDINE. Niente Polonia o Moldavia, ma Slovacchia. Il campo profughi da 250 posti letto verrà infatti allestito, dalla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, nelle vicinanze di Ubl’a, piccolo villaggio di un migliaio di abitanti nella regione slovacca di Prešov.
Un piccolo centro nell’est del Paese, ma anche luogo strategicamente posto al confine con l’Ucraina e dal cui valico di frontiera sono già passate migliaia di persone in fuga dall’inizio del conflitto.
Domenica 6 marzo, come comunicato dall’assessore con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi, i primi tre tecnici del Friuli Venezia Giulia sono partiti per Ubl’a dove lunedì pomeriggio incontreranno le autorità locali per verificare le necessità contingenti e analizzare l’area dove dovrà essere allestito il campo profughi.
Se tutto, come ci si augura, andrà bene, la colonna di mezzi della Protezione civile regionale, con una quarantina di volontari, partirà da Palmanova, avviandosi lungo un percorso di oltre mille chilometri, probabilmente tra martedì sera e la giornata di giovedì.
Stando a quanto comunicato in queste ore da Bruxelles, alla nostra Protezione civile dovrebbe essere chiesto soltanto l’allestimento del campo, con la gestione dello stesso lasciato alle autorità slovacche coadiuvate dal personale di associazioni come l’Unhcr o la Croce rossa internazionale, senza nemmeno occuparsi, quindi, della gestione della parte legata al vitto.
Una decisione più specifica in materia, in ogni caso, verrà presa martedì sera dopo il sopralluogo in loco dei tecnici regionali. Nel frattempo nella sede di Palmanova prosegue il lavoro di volontari e sanitari – in primis la dozzina di farmacisti del sistema sanitario “dirottati” nella città stellata – per la raccolta dei medicinali in arrivo da tutti i territori del Nord Italia e da inviare, poi, al confine tra Romania e Ucraina.
Il Friuli Venezia Giulia, come ormai noto, è stato scelto come uno dei hub nazionali di raccolta in cui, da mercoledì, stanno appunto venendo consegnati i materiali farmaceutici messi a disposizione direttamente dalle Regioni.
Palmanova, lo ricordiamo, rappresenta l’hub nazionale scelto dal Governo per la destinazione dei farmaci in provenienza dalle regioni settentrionali – l’altro è Avezzano in Abruzzo – anche in virtù della sua posizione geografica di frontiera.
A proposito di confini, quindi, i volontari della Protezione civile regionale da giorni sono impegnati in quelli di Coccau e Fernetti nella distribuzione di beni di prima necessità ai profughi ucraini che vengono fermati alla frontiera per i controlli di routine, ma dalla Regione fanno anche sapere di attendere delucidazioni sulle procedure da osservare per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria.
L’ultima circolare del ministero della Salute, infatti, spiega che per chi arriva in Italia senza prova di vaccinazione, guarigione dal Covid da meno di sei mesi, oppure con tampone negativo, ci sia l’obbligo di svolgere un test entro 48 ore, da parte delle Asl di competenza, qualora questo non venga effettuato direttamente al confine.
Con oltre il 60% della popolazione ucraina non vaccinata, però, è palese come il numero di tamponi da effettuarsi nelle prossime settimane sarà sicuramente elevato con le Regioni che hanno chiesto – ma al momento non hanno ancora ricevuto risposta – la possibilità di ottenere l’aiuto delle forze armate dal punto di vista della logistica al confine anche per evitare che l’intero peso della gestione, e ovviamente degli isolamenti in caso di positività acclarate, ricada esclusivamente sulle aree di primo ingresso in Italia.