Da manager a operatrice umanitaria: «Così porto in salvo donne e bambini che fuggono dai bombardamenti»
foto da Quotidiani locali
UDINE. Pochi mesi fa, in ottobre, aveva inaugurato gli uffici della sede di Leopoli della Camera di commercio italo-ucraina che lei presiede. Adesso la manager udinese Francesca Ballali si ritrova, suo malgrado, ad affrontare un’emergenza umanitaria ed è in prima linea nell’attività di accoglienza dei profughi, in particolare donne e bambini, alcuni dei quali con gravi disabilità.
«La notte prima che scoppiasse la guerra sono riuscita a blindare tutti i progetti delle varie aziende che erano già in piedi - racconta la dottoressa Ballali - . All’indomani ci siamo messi in contatto con un sacerdote, don Egidio Montanari della congregazione di don Orione, che opera a Leopoli.
In questo momento dalla base di Leopoli ci occupiamo dei bisognosi che arrivano da Kiev, Karkiv e Korotych, le città bombardate dai russi.
Ho smesso gli abiti da manager e sto dando una mano, lo faccio con il cuore, amo tantissimo questo popolo e l’Ucraina. Di guerra si parlava da anni, dai tempi dell’occupazione della Crimea, ma in realtà la popolazione non era assolutamente preparata a questo scenario, all’invasione. Erano convinti che la guerra non sarebbe arrivata.
In pochissimi utilizzavano i rifugi, all’inizio erano davvero increduli, poi si sono dovuti mettere in salvo dalle bombe e utilizzare i sotterranei, la metropolitana».
Adesso la cosa più urgente è mettere in salvo gli sfollati. «Stiamo lavorando per la gestione dei profughi - racconta la manager - . Arriverà a breve in Italia un gruppo di persone, 6 mamme e 11 bambini delle città più colpite.
Troveranno ospitalità in Lombardia, c’è la disponibilità di trasporto anche di un gruppo di bambini disabili che hanno bisogno di mezzi speciali, entro martedì o mercoledì li sistemeremo in qualche struttura nel Sud Italia.
In particolare mi sto occupando di alcuni piccoli con la sindrome autistica. Io non ho mai fatto prima queste operazioni, ma dobbiamo salvare le vite umane, non mi ferma nessuno.
Sto mappando le case di accoglienza religiose in Italia e sono in contatto con i sindaci dei vari comuni. Dobbiamo sapere che persone entrano, devono essere mappati. Ho ricevuto richieste anche per occuparmi di trovare rifugi per gli animali domestici, cani e gatti.
Il coordinamento che stiamo facendo è pazzesco, siamo in contatto continuo con i nostri referenti a Leopoli. C’è da organizzare i pullman, telefonare ai funzionari delle prefetture e questure,verificare il tragitto da fare attraverso i confini. Li faremo passare dalla Romania e poi l’ingresso in Italia è dal valico di Trieste.
Uno dei tre gruppi che sto facendo entrare vorrei che si fermasse in Friuli, ma io lavoro comunque in tutta Italia, è indispensabile trovare posti sicuri».
Francesca Ballali avrebbe voluto essere operativa in Ucraina. «Mi sono fermata a Udine per i miei figli - dice ancora - altrimenti sarei già partita. Io non ho paura, non ho mai avuto paura in vita mia, l’equilibrio mi aiuta.
La domanda più drammatica che mi fanno i miei interlocutori è “quando finisce la guerra”? Nessuno sa rispondere, mi chiedono “quando arrivi da noi?”, e io dico “presto”, ma in realtà non lo sappiamo.
Non sono un politico, un punto di caduta prima o poi si troverà per far finire la guerra, Leopoli finora è stata tenuta al riparo, è una città che respira Europa, lo hanno riconosciuto anche i russi».
Infine un pensiero agli aiuti che dall’Italia possono arrivare in Ucraina. «Mi attiverò affinchè la Camera di commercio apra un conto corrente sicuro e dedicato per le donazioni - conclude la manager - , in questo momento non si riesce a spedire nulla, non ci sono canali di arrivo, si rischia di perdere i soldi e gli aiuti inviati.
Servono medicinali e beni di prima necessità per i bambini, ma dobbiamo essere certi che le cose arrivino a destinazione». —
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