La Russia rivuole i quadri, la mostra a Casa Cavazzini non può essere prolungata
foto da Quotidiani locali
UDINE. Casa Cavazzini va vicino al tutto esaurito e il Comune è al lavoro per prorogare fino al primo maggio “La forma dell’infinito”, ma la guerra in Ucraina potrebbe avere ripercussioni anche sul rinnovo del prestito delle opere che arrivano dal museo di Mosca.
In teoria, per vedere la mostra firmata da don Alessio Geretti c’è tempo soltanto fino a domenica 27 marzo, ma nelle ultime due settimane ci sono stati più di 5 mila visitatori tanto che il numero complessivo ha superato quota 38 mila e, a questo punto, sottolinea l’assessore ai Grandi eventi, Maurizio Franz, molto probabilmente arriveremo a 45 mila ingressi.
«Anche perché – aggiunge Franz – tutti i fine settimana sono quasi esauriti e ci sono molte prenotazioni anche nei giorni feriali». Da qui l’invito, rivolto in particolare agli udinesi, a prenotare in fretta, possibilmente durante la settimana, per potersi godere meglio le cinquanta opere esposte tra le quali autentici capolavori dell’arte moderna e contemporanea firmati da Monet, Cézanne, Matisse, Kandinskij, Boccioni, Picasso, Vedova, Fuchs, Sisley, Kupka, Lentulov, Nesterov e molti altri, compreso l’artista friulano, Giovanni Napoleone Pellis.
La speranza del Comune, però, è quella, come si diceva, di allungare fino a domenica primo maggio la mostra e, per questo motivo, sono state avanzate delle richieste per rinnovare il prestito delle opere che arrivano dai musei più importanti del mondo: Vienna, Parigi, New York, Barcellona, Venezia e Roma, e da Mosca.
«E al momento – riferisce l’assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot – pare che il Cremlino non abbia autorizzato il museo a lasciarci per più tempo le opere. E in quel caso non potremmo prorogare la mostra anche perché dalla Russia sono arrivati ben dodici quadri.
E senza quelle opere il senso artistico del percorso pensato da don Geretti verrebbe meno. Noi, comunque, faremo un altro tentativo. In ogni caso non sarà facile organizzare il rientro dei quadri vista la drammatica situazione che sta vivendo l’Ucraina. Tra l’altro, per motivi assicurativi, i quadri devono viaggiare su gomma e trovare un percorso sicuro sarà complicato».
Se i russi non dovessero dare il via libera, la prima grande mostra voluta dall’amministrazione Fontanini per rilanciare anche in chiave turistica il capoluogo friulano dovrebbe quindi chiudersi facendo registrare 45 mila ingressi.
Nulla a che vedere con l’obiettivo dei centomila tagliandi auspicato dal Comune anche nel giorno dell’inaugurazione, lo scorso 17 ottobre, ma un risultato che la stessa amministrazione giudica oggi, alla luce soprattutto della pandemia che ha reso più complicati gli spostamenti e messo nuovamente a dura prova il mondo della cultura, in maniera più che positiva.
Tanto che il sindaco Pietro Fontanini ha già annunciato che a dicembre sarà inaugurata un’altra grande mostra e a “firmarla” sarà sempre don Geretti, confermato nelle vesti di direttore artistico, insieme al comitato di San Floriano.
«Tenendo in considerazione la situazione che ci siamo trovati ad affrontare – sottolinea Franz – si tratta di un risultato lusinghiero che conferma la bontà della scelta fatta.
Le norme anti-Covid ci impongono di non superare i 735 ingressi giornalieri e questo, soprattutto nei fine settimana, inevitabilmente ci condiziona. La decisione di far entrare massimo 15 persone con un intervallo di dieci minuti è anche frutto della volontà di garantire a tutti un’esperienza di qualità che è ancora più importante del numero di ingressi.
In ogni caso abbiamo avuto riscontri importanti da parte degli operatori economici, non solo bar e ristoranti, ma anche botteghe artigiane e servizi. E in futuro – conclude – sono convinto che raccoglieremo i frutti degli investimenti fatti per lanciare anche all’estero il brand “Udine grandi mostre”»