LAROMA24.IT ( MIRKO BUSSI ) - Sui libri dell'antico testamento della fase difensiva, si ripete ad inizio e fine di ogni capitolo, quasi come fosse una pillola giornaliera: squadra corta e stretta. Si trova scritto sulle avvertenze ad ogni perturbazione avversaria: si raccomanda di mantenersi corti e stretti. E così la Roma di José Mourinho aveva provato a caratterizzarsi ma nel tratto centrale della stagione aveva spesso concesso metri letali dove s'incastonavano avversari che obbligavano a dolorose, e spesso maldigerite, scelte difensive.
Di recente, per raccoglierla interamente, servivano mediamente più di 30 metri , col picco dei 54,89 (!) raggiunto contro il Genoa in casa. Un dato che è tornato ad abbassarsi proprio nell'ultimo turno quando tra il primo e l'ultimo giocatore di movimento della Roma, quando il pallone era nei piedi dei gasperiniani , passavano poco più di 22 metri, 22,85 esattamente. E' il terzo dato più basso della stagione della Roma , battuto soltanto proprio contro l'Atalanta, ma all'andata, per questione di centimetri (furono 22,47 i metri medi di compattezza), e contro l' Udinese (22,13, record dell'anno al momento). Tre partite che sono coincise con 3 vittorie, con un paio di 1-0 e l'exploit di Bergamo. 1-0, il trionfo del "corto muso". O del "corto Mou", appunto.
#RomaAtalanta / #PostMatch 1/5
"Corto Mou"
'Corti e stretti' dice la legge della difesa posizionale. Così l' #ASRoma di #Mourinho ha segnato il 3° dato più basso di lunghezza media sul possesso avversario: squadra in 22,85 metri.
Meglio solo vs Udinese (22,13) e Atalanta (22,47).
— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 8, 2022
Un sovraffollamento a ridosso dell'area che ha dilatato i tempi degli sviluppi offensivi dell' Atalanta , spesso smaniosa di raggiungere la profondità avversaria, o quel che ne resta, nel più breve tempo possibile. Come si vede nell'azione che ha registrato il più alto tasso di pericolosità, l'8 contro 5 con cui la Roma si difende dall'avanzata dei bergamaschi in area se non serve a sbarrare la strada, quantomeno ne complica il percorso, riducendo così i rischi di alcuni comportamenti difensivi non proprio esemplari, come quello di farsi attirare oltremodo dal pallone. L'effetto calamita qui colpisce in fila Karsdorp , Mkhitaryan e Mancini , permettendo a Freuler di ricevere alle spalle ma in uno spazio così angusto e trafficato da rendere complessa la finalizzazione.
#RomaAtalanta / #PostMatch 3/5
Il forte sovrannumero (8v5 in area) non ha impedito lo sviluppo all' #Atalanta ma ne ha almeno contaminato qualità ed efficacia, nascondendo alcuni difetti nelle scelte difensive della Roma (anche qui 3 giocatori completamente attratti dal pallone). pic.twitter.com/JsLWb7uiDp
— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 8, 2022
Quel blocco basso e compatto di 8 uomini, generalmente, ha permesso di ridurre gli spazi a disposizione tra le linee romaniste. E quando questi sono stati scovati dall'Atalanta, prontamente uno del terzetto difensivo, nel caso analizzato Smalling , ha 'rotto' la linea coperto dall'adeguato riposizionamento dei colleghi di reparto. Una serie di prevenzioni che ha portato più volte l'Atalanta a dover girare a largo, lì dove sono scattati alcuni degli intercetti più importanti della gara per girare il senso dell'azione e dar gas alle bramate transizioni offensive. Per esempi illustrati, basta riavvolgere il nastro dell'1-0.
#RomaAtalanta / #PostMatch 5/5
Spesso la Roma ha lavorato con un blocco medio-basso di 8 giocatori, chiudendo le vie centrali e dilatando i tempi degli sviluppi avversari.
Gli intercetti laterali sono stati decisivi per avviare alcune transizioni, come quella che porterà all'1-0. pic.twitter.com/ZenY0BEhkQ
— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 8, 2022