Non aveva sottratto i fondi dalla società, assolto l’ex ristoratore Piero Zanini
Già titolare della Taverna, era accusato di aver distratto 36 mila euro, per il giudice il fatto non sussiste
COLLOREDO DI MONTE ALBANO. Piero Galliano Zanini, 65 anni, imprenditore e già proprietario del ristorante La Taverna di Colloredo di Monte Albano è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di aver distratto 36 mila euro dalla srl nata proprio per gestire l’attività di ristorazione, dichiarata fallita nel marzo di quattro anni fa.
La sentenza è stata pronunciata nella tarda mattinata di giovedì 10 marzo dal presidente del collegio giudicante, Roberto Pecile, dopo che lo stesso pubblico ministero Letizia Puppa aveva richiesto per Zanini l’assoluzione.
Soddisfazione è stata espressa dal difensore dell’imprenditore, l’avvocato Antonio Rigo, che ha ricordato come lo stesso procedimento traesse origine da un’imputazione coatta stabilita dal giudice delle indagini preliminari, nonostante il pm allora avesse formulato istanza di archiviazione. «La nostra è stata una difesa documentale», ha spiegato al termine dell’udienza il legale.
L’accusa contestava a Zanini la distrazione di 15.622 euro a titolo di compensi e contributi previdenziali degli amministratori in difetto di deliberazione assembleare, di 20.100 euro a titolo di benefit autoconsumo e di 214,17 euro relativi al fondo cassa che risultava contabilmente. «Zanini – ha indicato nella memoria difensiva l’avvocato Rigo – ha fatto finanziamenti soci infruttiferi a favore della società per importi praticamente corrispondenti a quanto contestato e oltre il doppio di quanto effettivamente ottenuto a titolo di compenso amministratori» e che la sentenza di fallimento «non aveva consentito all’amministratore della società di convocare l’assemblea dei soci al fine di approvare il bilancio».
Le spese in autoconsumo sono spiegate con la necessità di fornire i pasti al personale dipendente: la brigata di cucina e gli addetti alle pulizie, che consumavano pranzo o cena a seconda dei turni, e la brigata di sala, che «beveva acqua, bibite e caffè», oltre allo stesso Zanini e alla moglie Matilde Bonitti, che consumavano il pranzo. «La società per queste ragioni emetteva uno scontrino fiscale giornaliero di circa 81,50 euro proprio per giustificare detto autoconsumo dei cibi, delle bevande» dopo che «in passato vi era stata una contestazione dell’Agenzia delle Entrate a riguardo degli scontrini di autoconsumo», ha indicato il legale.