L’accusa: «La 73enne sarebbe stata ammazzata dal genero dopo essere rimasto solo in casa e con lei e aver mandato la moglie a chiamare i soccorsi»
ROVERBELLA. Un omicidio non premeditato quello di Anna Turina, la 73enne di Malavacina, trovata morta sgozzata nella sua abitazione di Malavicina. Sarebbe stata uccisa con un taglio profondo alla gola che l’avrebbe dissanguata nel giro di pochissimi minuti. Circostanza confermata dall’autopsia eseguita sulla salma della pensionata all’ospedale Borgo Trento di Verona.Indagato il genero Enrico Zenatti di 54 anni, che si trova in carcere. Da una prima ricostruzione del terribile fatto di sangue, ecco quello che sarebbe accaduto. Zenatti verso le 15 di giovedì entra a casa della suocera (le loro abitazioni si fiancheggiano) per prendere una bottiglia che vuole trasformare in addobbo natalizio. Se la porta a casa e poi va al lavoro. Un’ora più tardi, verso le 16.30, è raggiunto da una telefonata della moglie: la madre della donna sta male. Zenatti parte dal negozio di ortofrutta che gestisce e arriva in largo Puccini. Entra nell’abitazione della suocera, che è ancora viva, dove trova la moglie e il cognato. Con una scusa, secondo la procura, li fa a uscire affinché chiamino 118. Nessuno dei due, fino a quel momento, ha notato che la madre sia ferita alla gola. Sale auto e torna in negozio. Pochi minuti dopo arrivano i soccorritori, chiamati dai figli, che la trovano morta con una profonda ferita alla gola. Quando Zenatti torna ci sono i carabinieri che lo sentono per sommarie informazioni. I suoi abiti sono sporchi e presenta una ferita al palmo della mano destra e tagli sulle braccia: lui dice di esserla fatta lavorando. I sospetti su di lui cominciano a prendere forma. Vengono visionate le telecamere che insistono sulla zona e messe a confronto le dichiarazioni dei presenti. C’è qualcosa che non va. L’uomo viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario e portato in carcere. Ma l’arma del delitto non si trova.
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