Addio a Elvino Camatti: la ristorazione mantovana perde un protagonista
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Dal 1981 ai “Cento Rampini”, aveva 46 anni quando è subentrato nella gestione dello storico locale
MANTOVA. Se ne va un pezzo importante della ristorazione mantovana: sabato sera è mancato Elvino Camatti, protagonista da oltre quarant’anni della proposta gastronomica nel salotto cittadino di piazza Erbe. Era il 21 giugno del 1981 quando Camatti, all’epoca quarantaseienne, subentrò nella gestione di uno storico locale, l’antica trattoria “Cento Rampini”, uno dei tre ristoranti che all’epoca si affacciavano sulla piazza, sotto il porticato di palazzo della Ragione. Per Elvino, la moglie Maria Pizzo e il figlio Lorenzo lo spostamento era stato quasi impercettibile, visto che fino ad allora avevano gestito un bar in via Broletto (in precedenza l’attività di famiglia era stata la conduzione di un mulino a Libiola di Serravalle a Po).
Con la nuova gestione i Cento Rampini presero subito piede, conquistando una clientela affezionata grazie alla fedeltà alle tradizioni della cucina mantovana, interpretata con attenzione al mantenimento del gusto. Una proposta che, tuttavia, nel tempo ha anche saputo rinnovarsi, soprattutto dopo l’ingresso in cucina della figlia Alessandra, affiancata ormai da anni da Luca Ghilotti.
Col tempo, e con il sopraggiungere e l’aggravarsi della malattia che sabato l’ha strappato ai suoi cari, Elvino Camatti aveva lasciato alle nuove generazioni il compito di portare avanti la trattoria, ma fino a quando ha potuto - racconta la figlia Alessandra - non ha mai mancato di farsi accompagnare, anche con la sedia a rotelle, in piazza Erbe, per respirare ancora una volta il profumo della cucina che tanto aveva contribuito a rendere famosa in tutto il mondo. Sì, perché ai tavoli dei Cento Rampini si erano seduti molti personaggi famosi di passaggio in città, da Rudolf Nureyev a Patti Smith, e poi Gigi Proietti, Antonino Caponnetto, Fabrizio de Andrè, Beppe Severgnini (cliente fisso nei giorni del Festivaletteratura), Romano Prodi, Luca Cordero di Montezemolo... Elvino non sarà dimenticato, anche perché la sua foto, con lo sfondo dell’insegna a lui cara, campeggia sui menu del ristorante: così lo vogliamo ricordare.