L'esperto di difesa: «L'Italia ha scelto un ruolo belligerante, la Russia può colpirci su gas e web»

Intervista ad Gianandrea Gaiani, direttore del magazine Analisi Difesa ed esperto di analisi storico strategiche

L’Italia, dice, «ha scelto un ruolo di belligeranza». Quindi «si aspetti le minacce» e anche che le minacce diventino realtà. A dirlo è Gianandrea Gaiani, direttore del magazine Analisi Difesa ed esperto di analisi storico strategiche.

È davvero possibile che la Russia attacchi l’Italia?
«L’Italia ha deciso di essere belligerante: la legge vieta di esportare armi a paesi in guerra. Noi le forniamo all’Ucraina per ammazzare soldati russi. La Turchia, ad esempio, non lo fa. Quindi, per la Russia, siamo paesi ostili. Escluderei però l’attacco militare: difficile che attacchi un paese Nato».

E allora in che modo?
«Potrebbe interrompere le forniture di gas. Noi forse fra tre anni troveremo alternative al gas russo, ma fino ad allora saremo in ginocchio. Poi potremmo essere colpiti da attacchi cyber. I russi sono molto avanti in questo campo. Noi abbiamo infrastrutture critiche vulnerabili ma, soprattutto, l’Italia non ha una legge che consenta di fare attacchi cyber. Questo è un limite importante: non potendo fare contrattacchi siamo bersagli preferiti».

Un ricorso al nucleare non è verosimile?
«Le minacce sono un deterrente. La Russia non ha intenzione di distruggere l’Ucraina, non dovrebbe usare armi di distruzione di massa che farebbero intervenire la Nato. Putin non vuole nemmeno una guerra con la Nato».

Eppure non si è fatto problemi ad attaccare le centrali nucleari in Ucraina.
«Occupate, non attaccate».

I missili sono caduti molto vicini.
«Esatto, vicini, verso altri obiettivi. La Russia voleva occuparle perché sono strategiche. Può togliere l’elettricità a tutto il paese e usarlo come ricatto. I primi a essere colpiti in caso di fuoriuscita di radiazioni sarebbero i militari russi, insieme ai civili. Non dimentichiamo che le centrali sono vicine ai confini russi e della Bielorussia».
La Russia ha però già usato le bombe a grappolo, che sono vietate; potrebbe arrivare alle armi chimiche?
«Le bombe a grappolo sono vietate in Europa, ma non in Russia e in Ucraina. Per quanto riguarda le armi chimiche, l’allarme è scattato dopo che la Russia ha chiesto informazioni sui laboratori biologici presenti in Ucraina, ma non credo proprio voglia usarle e sempre per lo stesso motivo: non vuole radere al suolo l’Ucraina».

Qual è il suo obiettivo?
«Non vuole distruggere l’intera Ucraina e nemmeno conquistarla tutta. Ed è per questo che la difesa ucraina riesce ancora a contrastare sul campo di battaglia le truppe russe: non c’è una volontà russa di radere al suolo la città o di sterminare la popolazione. L’obiettivo sembra quello di avanzare, circondare le truppe ucraine. Cercano di limitare le perdite tra i civili, perché almeno nella parte est sono popoli fratelli, parlano russo. Non è una guerra di conquista. La Russia vuole circondare Kiev per indurre gli ucraini a negoziare, prendere il controllo delle regioni dell’est che sono quelle secessioniste, creare un’unione territoriale tra il Donbass e la Crimea e poi forse anche un corridoio tra la Crimea e la Transnistria».

Quindi la Moldova sarà il prossimo fronte?
«Non credo. Vogliono una zona cuscinetto tra loro e la Nato. Se occupi tutta l’Ucraina arrivi ai confini con la Polonia. Lo stesso, se invadi la Moldova arrivi al confine con la Romania. Vogliono un’Ucraina neutrale, senza una presenza americana all’interno. Non hanno i mezzi per fare guerre di conquista».

La Russia non si fermerà fino a quando non avrà raggiunto il suo obiettivo?
«Io credo che si fermerà quando, raggiungendo gli obbiettivi che sta raggiungendo, l’Ucraina sarà costretta ad accettare almeno una parte delle sue richieste».

Quando succederà?
«Entro la fine di marzo ci potrebbero essere le condizioni per un accordo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA