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Март
2022

Da Corraini a Mantova viaggio nell’arte di Morganti, Cox e Arienti

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Da Corraini a Mantova viaggio nell’arte di Morganti, Cox e Arienti

Tre artisti e tre modi diversi di raccontare la realtà attraverso il colore. Sabato 26 marzo alle 18 l’inaugurazione della collettiva alla galleria di via Nievo

MANTOVA. Tre artisti, tre storie, tre diversi modi di raccontare la realtà attraverso il colore. Da sabato 26 marzo, alle 18, fino al 7 maggio, alla galleria Corraini, in via Ippolito Nievo 7/A a Mantova, si potrà visitare la mostra Del colore. Stefano Arienti, Paul Cox, Maria Morganti.

«Abbiamo scelto di accostare tre artisti per pratica e poetica molto lontani tra di loro, ma uniti da una straordinaria capacità di utilizzare il colore come materia e traccia dell’esistenza – spiega Marzia Corraini -. È una produzione pensata e voluta da tutto il team della galleria, giovani e vecchi, che avrà collegamenti e collaborazione con la Fondazione Palazzo Te per l’affinità del pensiero e sul concetto di “fare” artistico e, in futuro, anche con Trame Sonore. Anche l’allestimento è molto curioso, insolito, di accostamenti inediti e, speriamo, sorprendenti. Una parte di questo progetto poi parteciperà ad “Arte e Fiera”, in maggio, a Bologna». Che siano le pennellate dense e vigorose di Maria Morganti, la palette essenziale e poetica di Paul Cox o lo strumento scelto da Stefano Arienti per sofisticate operazioni di decostruzione dell’immagine, per ognuno di questi artisti il colore è un filtro attraverso cui raccontare se stessi e il mondo, è mezzo, è fine, è rigore, metodo e disciplina. Il foglio di sala dell’esposizione, che probabilmente confluirà in futuro in un volume pubblicato da Corraini Edizioni, ha un testo di Damiano Gullì, critico d’arte e uno dei curatori della Triennale di Milano, profondo conoscitore dei tre artisti in mostra a Mantova. «Il colore seduce, narra, gerarchizza, organizza, valorizza. È il “filtro con cui pensiamo la realtà”, “forma lo sguardo moderno”. Ma l’impiego di un determinato colore, in un determinato periodo, è sempre stato condizionato, e indotto, dalle contingenze politiche, economiche, sociali, dal volubile variare di mode, costumi ed estetiche. Non esiste un’unica storia del colore, ma più storie – scrive Gullì -. Che procedono di pari passo con le differenti tecniche, dalle tempere agli oli agli acquerelli, e con le evoluzioni di processi e tecnologie, dall’impiego di pigmenti e colori naturali, preparazioni dal sapore quasi magico-alchemico, all’invenzione di quelli industriali, dalle innovazioni nei processi di stampa fino all’avvento del digitale e della mediazione degli schermi di computer, smartphone e device vari, a loro volta, agenti modificanti/alteranti la visione del colore stesso». Di Maria Morganti osserva poi che «stratifica, individua il momento del tocco del pennello sulla tela e quello, successivo, della concettualizzazione, della assimilazione, della presa di distanza da quella tela, da quel pennello», di Paul Cox che «impiega una tecnica che assomiglia a quella degli album da colorare. Si ha sempre la sensazione di una composizione in fieri, di dover integrare qualcosa» e infine di Stefano Arienti che «dove può, aggiunge, con leggerezza, per quanto nelle sue opere abbia pure fatto ricorso alla cancellazione fino alla trasfigurazione dei soggetti affrontati».

Aperta dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Info: 0376 322753 e www.corrini.com.




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