Covid, Crisanti: «Via le mascherine al chiuso e riaprire tutto, quarta dose solo a anziani e fragili»
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Crisanti: «Ne usciremo tra 5 anni, grazie alle molteplici immunizzazioni. Con un tasso di contagiosità del virus così alto, le restrizioni sono inutili»
VENEZIA. È il momento di tornare alla normalità, secondo Andrea Crisanti. Tutelando i più fragili, in attesa che il virus faccia il suo corso e gli “anziani di domani” arrivino all’appuntamento con la senilità, forti di più giri di immunizzazione, naturale e non.
Professor Crisanti, i contagi hanno ripreso a correre, eppure lei sostiene che mantenere le restrizioni, a oggi, sia inutile. Perché?
«Siamo di fronte a un virus che ha come indice di trasmissibilità 12-15. E questo significa che non si può fermare in alcun modo. Le misure restrittive possono ridurre la contagiosità del virus del 50%. Con un indice di trasmissibilità simile, misure come le mascherine obbligatorie al chiuso possono solo fare il solletico al virus».
Quindi lei è a favore dell’abolizione dell’obbligo di mantenere le mascherine al chiuso?
«Sì, alle condizioni attuali, è una misura totalmente inutile. Se non per gli anziani e i fragili, ai quali consiglio di continuare a indossare le mascherine. La nostra priorità dev’essere la tutela di queste due categorie. Anche perché i morti per Covid sono soprattutto i fragili, anche vaccinati».
Non i No vax?
«Secondo una certa narrazione, i pazienti in Terapia intensiva sono per la maggior parte No vax. In realtà non è così, si parla soprattutto di fragili, vaccinati».
Come si possono tutelare i fragili?
«Concedendo loro la possibilità di fare smart working. Una facoltà che, a breve, verrà meno, a dimostrazione del fatto che i nostri politici non hanno capito nulla di quello che sta accadendo».
E come ci si può comportare a tutela degli anziani?
«Dato che abbiamo speso vagonate di denaro per le motivazioni più disparate, sarebbe opportuno iniziare a occuparsi economicamente anche di questa categoria, soprattutto delle persone in difficoltà economiche, dando loro dei voucher per l’acquisto dei tamponi molecolari, per badanti e parenti».
Consiglia la quarta dose di vaccino?
«La consiglio ai fragili e agli anziani, già dai 70 anni. Certo è che, per un immunodepresso, che abbia o non abbia la quarta dose, poco cambia».
In sintesi, i fragili e gli anziani è meglio che si vaccinino. Ma la cosa principale è che non si contagino...
«Ai fragili e agli ultra 80enni suggerirei di sottoporsi alla quarta dose, continuare a indossare la mascherina nei luoghi pubblici, non andare allo stadio, ma non andare nemmeno al ristorante. E, prima di incontrare amici e parenti, assicurarsi che si siano sottoposti a tampone molecolare».
Abbiamo visto che il Covid non colpisce con violenza soltanto i “grandi anziani”. Come dovrebbero comportarsi i più giovani?
«I decessi tra i 50enni sani sono stati veramente molto rari. Le vittime sono soprattutto anziane o con più patologie. Ma fissare regole rigide, a seconda delle soglie anagrafiche, sarebbe una sciocchezza. Ai 70enni consiglio comunque di sottoporsi alla quarta dose e di fare attenzione: usare la mascherina, circondarsi di persone che si sottopongono periodicamente al tampone molecolare...».
E ai giovani consiglia di vaccinarsi con la quarta dose?
«No, non credo ce ne sia bisogno».
Comunque, lei suggerisce di riaprire tutto...
«Lo dicevo già a gennaio, quando sostenevo l’opportunità di riaprire tutto subito, perché dopo tre mesi l’immunità sarebbe diminuita. Sta accadendo ora. Quindi, sì, sono per la riapertura, tutelando anziani e fragili».
Riaprire, con il mantra di tutelare anziani e fragili: lo si sente da due anni. Significa che non ne usciremo più?
«Ne usciremo tra 4-5 anni, quando gli anziani (non fragili) di domani, raggiungeranno la terza età da immunizzati, perché vaccinati o infettati più volte».
Significa che molteplici infezioni garantiscono l’immunità?
«Non in termini assoluti, ma sicuramente una persona che contrae più volte il virus è più immune di altre».—