Rapinato all’alba mentre apre il bar: «Erano armati, mi hanno picchiato»
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Vittima il gestore di un locale a due passi dalla chiesa di Frassino: gli puntano il coltello e fuggono con 2.300 euro
MANTOVA. Come ogni mattina, alle cinque e mezza, Cristian Sarti, 47 anni, titolare del Frassino Caffè, proprio a ridosso della chiesa, è già pronto ad alzare la saracinesca. C’è da riordinare, da preparare le colazioni, da ricevere i fornitori.
Ieri mattina, alla stessa ora, immerso nel buio di quella che è ancora notte, proprio mentre sta sollevando la serranda, sente due voci alle spalle, molto vicine: «Non muoverti, dacci i soldi».
Cristian - racconterà poi alla polizia di Stato, da lui chiamata appena dopo essersi ripreso dallo shock - si gira lentamente e davanti a sé si trova due uomini con il volto coperto da berretto e mascherina. Entrambi impugnano un coltello. «Vogliamo i soldi» dicono in italiano, tradendo un accento arabo, probabilmente del Nord Africa.
«Per mettermi paura non mi hanno toccato con le lame - ci racconta Cristian - ma mi hanno dato dei calci, ho ancora i lividi sulle gambe».
Cristian aveva nel portafogli i soldi del giorno prima, che aveva tenuto per fare dei pagamenti in giornata, circa 2300 euro.
«Quei due uomini mi hanno strappato di mano il portafogli, lo hanno svuotato dei contanti poi l’hanno buttato per terra, davanti ai miei piedi. Io non fiatavo, avevo due coltelli puntati davanti, sono stato costretto a lasciarli fare».
Pochi istanti, un gesto fulmineo, poche e incisive parole e le due lame sempre puntate davanti al petto del titolare del bar.
Una volta intascato il denaro, i due hanno intimato al commerciante di non muoversi e di corsa si sono allontanati verso il cimitero, dove sicuramente c’era la loro auto parcheggiata o qualcuno che li stava attendendo.
Sconvolto ma sollevato dal non essere stato ferito («è la prima volta che mi succede») il titolare del bar ha digitato subito sul telefono il 112 e poco dopo è arrivata una pattuglia della questura di Mantova per sentire la sua testimonianza e allestire alcuni posti di blocco. Non facile intercettare qualcuno che ha almeno un quarto d’ora di vantaggio ed è fuggito a piedi, non conoscendo quindi l’auto usata per la fuga.
In zona non ci sono telecamere, qualche varco probabilmente ci sarà sulle principali vie di collegamento. Sarà cura della polizia di Stato, in collaborazione con la polizia municipale, procurarsi i video di tutti gli ingressi alla frazione cittadina per cercare di risalire agli autori della rapina.