Profughi, a Ivrea sono pronti 150 posti
Un centinaio arrivano da 40 famiglie, il Comune potenzia a sua volta i Sai. Presto uno Sportello psicologico infantile
IVREA.
Un’Ivrea straordinaria e solidale accoglie l’ondata di profughi della guerra in Ucraina. Nessuno si chiama fuori. Con il pubblico si mobilitano i privati e le numerose realtà del Terzo settore. Ore decisive per finalizzare gli sforzi, in quanto la prossima settimana, come ha spiegato ieri, l’assessore Alessandro Musso da Castellamonte - base della Memoria viva - ne arriveranno numeri consistenti. Servono alloggi, quanto è importante supportare le scuole nei servizi di interpretariato e assistenza psicologica.
Per questo, a Ivrea, associazioni, cooperative, onlus e Comune hanno avuto nel primo pomeriggio, in municipio, un momento di confronto finalizzato a gettare le basi dell’ospitalità (5.200 gli ucraini giunti in Piemonte dall’inizio del conflitto). Attualmente trentacinque ucraini, quasi tutti donne e bambini, sono ospitati a Ivrea: una trentina si trova a casa di privati, cinque invece negli appartamenti Sai - Sistema accoglienza integrazione - che la cooperativa Mary Poppins gestisce a Bellavista. Dopo i singoli delle scorse settimane, il flusso si sta facendo continuo. Ieri hanno trovato sistemazione nella Rsa di Valchiusa parte dei ventuno disabili fuggiti da Leopoli con l'aiuto della Croce Rossa Italiana e accolti in Piemonte. E nei prossimi giorni potrebbero approdare in Canavese altre trenta donne dell’orchestra di Kiev.
Bisogna fare in fretta. Il potenziale già dichiarato, in termini di disponibilità, è straordinario. Ma va mappato, organizzato e gestito da un coordinamento perché le energie non si disperdano. Il tavolo comunale di ieri a questo è servito, fotografando quanto fin d’ora è in grado di offrire la città. E allora ai 35 posti già occupati tra privati e Sai, vanno sommati i dieci deliberati dalla giunta di Ivrea come incremento dei posti Sai (che partivano da quota 34). Si tratta di due alloggi comunali tra via Arduino (quattro posti) e corso Garibaldi (sei). Più le quaranta famiglie che hanno aderito alla manifestazione di interesse promossa dalla Regione all’indomani del primo bombardamento: quaranta famiglie solo a Ivrea, 130 se si calcolano le offerte di ospitalità tra Eporediese e Valchiusella, il territorio del Consorzio Inrete. «Ogni famiglia ha messo a disposizione in media due posti, tra chi ha una stanza libera in casa e chi invece è pronto ad aprire un alloggio da otto persone, per parte privata siamo sui 100 posti in tutto – spiega l’assessore alla Politiche sociali di Ivrea, Giorgia Povolo –. Mercoledì incontriamo InRete per parlare di coordinamento, mentre con le associazioni ci teniamo aggiornati ogni sette-dieci giorni per capire le necessità che vengono a crearsi in tempo reale. I problemi sono tanti, la lingua, lo shock. Sappiamo che tanti bambini hanno smesso di parlare, non mangiano più. I cinque profughi ospiti da noi a Ivrea sono due mamme e tre bambini per cui non a caso siamo stati avvisati dal Circolo didattico Ivrea 2». Finalmente un primo passo verso un coordinamento, commenta Armando Michelizza dell’Osservatorio migranti Ivrea: «E poi scalda il cuore vedere tutte queste famiglie pronte ad aiutare chi scappa dalla guerra». Sul fronte del sostegno emotivo sta lavorando Misericordia Ivrea, al tavolo comunale con il governatore Filippo Mazzacori. Nella sede di via Di Vittorio, l’associazione sta per aprire uno sportello ascolto con psicologhe specializzate in problematiche infantili. —