Ponte nelle Alpi: tradito dalla compagna con l’amico, lo manda all’ospedale
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Scopre l’infedeltà della compagna presentandosi a casa dell’uomo che conosce da una vita, le botte davanti ai carabinieri
PONTE NELLE ALPI. Scopre i tradimenti della compagna e picchia... il suo migliore amico. Un classico. B.D. è stato arrestato dai carabinieri, nella notte tra domenica e lunedì, per lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Ne avrebbe anche prese dai militari con il manganello d’ordinanza, del resto era più inviperito che amareggiato e, in qualche maniera, andava contenuto, perché a quel punto avrebbe fatto una strage. Il 45enne pontalpino è stato portato nel carcere di Baldenich e ha avuto bisogno dell’assistenza dell’avvocato di fiducia Andrea Rui. La situazione è molto delicata, trattandosi d’infedeltà tra conviventi.
L’arresto è stato convalidato martedì mattina dal giudice per le indagini preliminari Elisabetta Scolozzi e Rui ha ottenuto la scarcerazione con l’obbligo di firma, il cui orario non coinciderà con quello del turno di lavoro. L’uomo si guadagna da vivere in maniera del tutto onesta, non ha precedenti penali di sorta e non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in una condizione così pesante. Detenuto.
Si fidava della morosa, una bella signora, che ha qualche anno in meno di lui. Almeno fino a quando lei non ha cominciato a uscire da sola la sera e, a volte, a non rientrare nemmeno a notte fonda. Qualche sospetto sulla sua presunta infedeltà B.D. ha cominciato ad averlo, ma ci volevano delle prove o almeno che lei si tradisse in qualche modo. Il futuro imputato ha avuto la pazienza di aspettare il momento più opportuno. Potrebbe aver intercettato un messaggio sospetto, qualcosa dev’essere per forza successo, sta di fatto che domenica sera l’uomo si è presentato a casa della madre di un amico di vecchia data, perché è lì che la parte offesa vive. Si è permesso di chiedere alla donna dove fosse andato quello che riteneva quasi un fratello e alla risposta «è uscito con la fidanzata» tutto gli è diventato drammaticamente più chiaro. Incredibile.
Secondo una prima ricostruzione, c’è stato un contatto telefonico tra la donna e il figlio e la situazione è degenerata a una velocità spaventosa. Temendo che qualcosa potesse succedergli, il “ganzo” si è presentato a casa con i carabinieri, ma questo non gli ha evitato un’aggressione da parte di B.D., che qualche colpo è riuscito a metterlo a segno. I militari hanno cercato di trattenerlo e sarebbero stati costretti a usare le maniere forti, prima di arrestarlo e portalo in carcere.
Nessuna conseguenza per la fedifraga, con la quale la relazione si è interrotta, ma è finita un’amicizia. L’imputato si è fatto due giorni in cella, in attesa dell’udienza di convalida, che martedì ha decretato legittimo l’arresto, ma non la custodia in carcere. Seguirà processo per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. C’era anche un rastrello nei dintorni, ma non è dell’imputato, quindo non può essergli addebitato il porto illegale di arma od oggetto atto a offendere. Non l’ha nemmeno usato. —