Siccità e caro-energia, ecco il piano dei consorzi mantovani

MANTOVA. La siccità frutto di un inverno praticamente senza pioggia, la carenza di neve sulle montagne, i costi crescenti dell’energia elettrica che alimenta le macchine, e il drammatico quadro internazionale che potrebbe avere, nelle prossime settimane, nuove ripercussioni sul costo delle materie prime, petrolio e gas in primis. Sono i temi principali dell’analisi dei presidenti dei consorzi di bonifica che operano nel Mantovano. Alcuni scenari sono comuni, altri sono invece diversi in funzione delle particolarità dei bacini di competenza. Vediamo, in dettaglio, quali sono le prospettive in vista della stagione delle irrigazioni.

Consorzio di Bonifica Territori del Mincio

«Grazie alla buona gestione e ai risparmi idrici fatti negli scorsi anni con le acque del lago di Garda, anche se è nevicato poco, possiamo stare abbastanza tranquilli per le riserve accumulate – afferma la presidente Elide Stancari – dopo un lungo periodo di non piovosità, secondo le previsioni meteo, dovrebbero esserci una primavera e un’estate piovose. Siamo quindi più fortunati rispetto a chi deve prendere acqua dal Po, che è invece in asciutta. La stagione irrigua, prevista per legge dal 1 aprile al 30 settembre, non dovrebbe provocare gravi problemi per le nostre concessioni. Il mondo agricolo è già in difficoltà per il rincaro del carburante, di tutte le materie prime, e per il costo dell’elettricità. Lo stesso vale per tutto il sistema delle bonifiche».

Consorzio del Mincio

C’è anche il tema della carenza di risorse per le manutenzioni e per nuovi investimenti. «Il bacino più grande d’Italia, grazie agli accordi che abbiamo fatto tra la Comunità del Garda e Aipo, vede una gestione diretta dei Consorzi. È un obiettivo importante quello che abbiamo raggiunto – spiega il presidente Massimo Lorenzi – che ci consentirà tranquillità nella stagione irrigua. Con un po’ di lungimiranza politica abbiamo ottenuto due grandi risultati. Il problema che resta è quello del reperimento delle risorse economiche, troppo spesso indirizzate verso altri territori, per la manutenzione dei nostri manufatti e per le nuove progettualità. Abbiamo progetti cantierabili approvati ma non finanziati».

Consorzio di Bonifica Navarolo

«I fiumi sono in secca come nel periodo estivo, abbiamo bisogno che piova – aggiunge il presidente Guglielmo Belletti – in questo periodo in agricoltura vengono effettuate le semine, di mais, pomodori e altre colture ma, su terreno troppo asciutti, non nasce niente. Ci sono state anche in passato stagioni di siccità ma erano eccezionali. Ora è la regola, a causa dei cambiamenti climatici si passa da un estremo all’altro con il pericolo delle bombe d’acqua. Tra fine inverno e inizio primavera non abbiamo mai acceso le pompe degli impianti di bonifica e ora siamo sempre con il piede sollevato temendo eventi disastrosi».

Consorzio Garda Chiese

«Il lago di Garda è un buon serbatoio, ma da ottobre non ha guadagnato un centimetro e la quota di acqua attuale è frutto del risparmio dello scorso anno» evidenzia il presidente Gianluigi Zani. «Partiamo, quindi, con un moderato ottimismo – prosegue – ma se perdurasse la mancanza di pioggia, l’acqua comincerebbe inevitabilmente a scarseggiare. E non c’è neve su cui poter contare come riserva. Diversa la situazione del lago d’Idro (da cui deriva l’acqua del Chiese ndr): oltre a essere molto piccolo, la sua gestione dipende dall’interazione con i bacini trentini. Un altro aspetto è l’energia elettrica, necessaria per alimentare le pompe da centinaia di chilowatt che servono a portare l’acqua del canale Virgilio ai terreni delle colline, superando dislivelli fino a duecento metri. Nel 2021 abbiamo subito aumenti del 25-30% rispetto al 2020, ai quali abbiamo fatto fronte con i risparmi. Adesso siamo di fronte a nuovi aumenti. La speranza è che si torni su valori ragionevoli».

Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po

«Secondo i dati la situazione idrica del paese appare capovolta rispetto la consuetudine: paradossalmente, le zone con più disponibilità di acqua al momento sono al sud – segnala la presidente Ada Giorgi – al nord i laghi e i fiumi sono ben al di sotto rispetto alle medie del periodo, e in più l’arco alpino è privo di neve, dunque manca l’alimentazione del fiume Po, da cui in estate preleviamo la risorsa per l’irrigazione. Lo stato di siccità non riguarda soltanto l’arco alpino ma anche il nostro comprensorio, dove da troppo tempo non ci sono precipitazioni: il Po è basso e di conseguenza la falda freatica superficiale è molto drenata, e quindi anche i nostri canali minori sono in secca. È probabile che le aziende agricole richiedano acqua già in questo inizio di primavera, ma siamo pronti: gli sbarramenti sono chiusi per portarli in quota, l’impianto a Boretto è in funzione e la “Fiuma”, da cui partono i nostri principali canali, è già invasata».

Lo scenario generale ha costretto quindi ad interventi preventivi. «Data la situazione straordinaria – prosegue la presidente – abbiamo dato corso ad un intervento eccezionale di rimozione dei sedimenti presso l’impianto di Boretto sul fiume Po, da cui preleviamo circa 60 milioni di metri cubi di acqua durante il periodo estivo; l’interrimento infatti può dare problemi di derivazione dal fiume, e sono già stati rimossi 15mila metri cubi di sedimento. In secondo luogo, abbiamo già verificato che tutte le nostre 28 macchine da 250 Kw cadauna, nell’impianto a Boretto, siano attivabili per evitare sorprese dell’ultim’ora; 4 sono in funzione. Grazie all’intervento degli amministratori e la comprensione e alla condivisione degli enti superiori regionali, è stato riconosciuto uno stanziamento di 700 mila euro rivolto ad una futura azione di rimozione straordinaria della sabbia che ci permetta di stare tranquilli per qualche anno. I consorzi di bonifica si sono attivati per fronteggiare anche il problema del costo energetico, facendo squadra e spuntando così prezzi vantaggiosi; ma su questo tema rimane l’incognita dell’attuale drammatica situazione internazionale».