La passione degli oligarchi per l’esclusivo Argentario: lo shopping delle proprietà più inavvicinabili
Villa Feltrinelli, terreni per viticoltura, tenuta Olmo con eliporto e sala da té
GROSSETO. I russi ricchi amano Forte dei Marmi. Ma gli oligarchi si comprano le ville sull’Argentario. In luoghi inaccessibili e bellissimi. Dove il lusso diventa esclusività. A tracciare una mappa delle proprietà russe in Italia per The Guardian, il quotidiano inglese, è il gruppo di giornalisti indipendenti IrpiMedia. Fra Costa Smeralda (gettonatissima) e Toscana - la seconda meta più amata dai fedelissimi di Putin - esce un quadro di proprietà milionarie, riconducibili agli uomini dello zar, di solito attraverso società straniere.
Di tutte le proprietà presenti in Toscana, al momento, solo una è stata “congelata” dalla Guardia di Finanza perché il proprietario è finito sulla “lista nera” dell’Unione Europea: si tratta di villa Lazzareschi, dimora seicentesca a Capannori, non distante da Lucca, valutata 3 milioni. È riconducibile a Oleg Savchenko, uomo potentissimo della Duma, parlamento russo. Alla famiglia di Igor Shuvalov, presidente della Veb, la principale banca russa pubblica, risulterebbe riconducibile una villa dal nome evocativo: “villa Bengodi”. Si trova proprio all’inizio del golfo di Talamone, nel comune di Orbetello, immersa nel verde, affacciata sul mare. È una villa in stile Liberty, bellissima acquistata nel 2019 - come ricostruisce IrpiMedia - dalla società austriaca Weitried Gmbh, controllata da un trust del Liechtestein il cui beneficiario risultava (almeno fino al 2017) uno dei figli di Shuvalov. Oggi, però, non è noto a chi sia riconducibile questo trust. Nel 2020, inoltre, una società italiana aperta a Bolzano - sempre secondo IrpiMedia - acquista 36 ettari di terreni intorno a Villa Bengodi, zona Fonteblanda: si tratta della Società agricola Villa Bengodi srl che produce olio, cereali» e vorrebbe produrre anche vino. Le quotazioni immobiliari fisserebbero a 2,8 milioni il valore (sottostimato) di villa e terreni. A collegare gli Shivalov alla proprietà sarebbe una visita dell’estate scorsa alla villa: i membri della famiglia sarebbero atterrati all’aeroporto di Grosseto con volo privato.
Restano in zona anche i fratelli Arkady e Boris Rotenberg, i magnati dei gasdotti (in particolare del colosso Gazprom) e delle infrastrutture che, pare, per le Olimpiadi invernali di Sochi (in Russia) abbiano ottenuto da Putin appalti per circa 7 miliardi. Secondo quanto scriveva già Il Tirreno nel 2014, riportando le informazioni di Novaya Gazeta (il quotidiano della giornalista assassinata Anna Politkovskaja) Igor Rotemberg, figlio di Arkady, ha acquistato, attraverso una società del Lichtenstein, la proprietà in località Olmo (vicino a Pozzarello), composta da due ville con parco di 5,6 ettari e un terreno di oltre 200 ettari, uliveto, vigna e ha iniziato i lavori di restauro (affidati allo studio svizzero Enea Landart): l’obiettivo era realizzare campi da tennis, minigolf, agrumeto, piscina con spa, anfiteatro, sala da tè, orto, parcheggi, piazzola per elicottero. Questo nel momento in cui l’Unione Europea già ordinava il congelamento di beni al padre per 30 milioni (compreso un albergo a Roma, in via Veneto, gestito attraverso una società cipriota) per il primo conflitto contro l’Ucraina. Pare, inoltre, che i Rotenberg abbiano anche un’altra villa nella pineta di Castiglione della Pescaia.
Infine, vicino di casa, a Porto Ercole, risulterebbe German Khan, patrimonio stimato di 9,9 miliardi, membro del cda di Alpha Bank, la più grande banca privata in Russia: è il proprietario della villa che Carlo Feltrinelli fece costruire all’Argentario nel 1940, in località Cacciarella. È una villa di quasi 1.900 metri quadri su più livelli, sulla scogliera fra punta Lividonia e Cala Grande, affacciata verso l’isola del Giglio. Oltre a 34 stanze, una torre saracena, 26 ettari di terreno, eliporto, la proprietà avrebbe pure un rifugio antiaereo. Un “must have” (non deve mancare) per gli oligarchi che si rispettino.