Ferrara, il futuro del Petrolchimico: «Altri indotti a rischio se chiude la chimica»

Ieri a Roma tavolo tecnico al Mise, e in città presidio dei sindacati davanti alla prefettura: «Si trovino subito soluzioni» 

FERRARA. A Roma il faccia a faccia al Mise, tra il ministro Giorgetti, amministratori (gli assessori di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) e i dirigenti di Eni e Versalis. Che annunciando la chiusura del cracking a Porto Marghera hanno di fatto gettato ombre sul futuro della chimica a Ferrara. E proprio a Ferrara, in concomitanza con questo tavolo tecnico sulla chimica, il presidio davanti alla Prefettura dei sindacati, non solo chimici e un altro faccia a faccia con il prefetto Argentieri. In ballo c’è il futuro della chimica in città, «che non può morire» ribadiscono all’uniscono sindacati e i presenti che sollecitano – tramite la delegazione dei segretari chimici che ha incontrato il prefetto – soluzioni e piani industriali per la nuova chimica e processi di transizione. Richieste prioritarie all’incontro di Roma, per dare un futuro alla chimica nazionale e a Ferrara «Spero che questo incontro sia stato il primo di una serie in cui si rimettano sul tavolo tutte le questioni finora irrisolte», rifletteva ieri in serata Luigi Baiano di Femca Cisl.

«Potrebbe essere un incontro di ricognizione – spiegava ieri sera anche Fausto Chiarioni di Filctem Cgil – mentre allo stesso prefetto abbiamo rappresentato l’intero quadro della situazione e anche lui ha convenuto che comunque per un tavolo sulla chimica nazionale e a Ferrara si dovranno convocare i sindacati se soluzioni vogliono essere trovate». Che ad oggi non ci sono, anzi: la chiusura del cracking è imminente (30 marzo) e allora si allarga la preoccupazione. Perché non solo la chimica verrà colpita, tutti gli indotti. Come ricorda Vittorio Caleffi di Uiltec): «Penso ai settori che lavorano la plastica che forniamo, dal biomedicale alla componentistica auto: la preoccupazione non riguarda solo Ferrara, ma la regione». A rafforzare ancor di più la necessità del lavoro al petrolchimico, anche Giovanni Verla, Fiom Cgil: «Come metalmeccanici siamo coinvolti perché chimica vuole dire manutenzione, appalti e tanto altro: un indotto che vive e lavora col petrolchimico». Ultimo ma non ultimo, Cristiano Zagatti, segretario Cgil: «In campo ci sono adesso le segreterie nazionali di Cigl, Cisl e Uil, siamo solo all’inizio».

D. P.

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